“Perché no?”. Ecco il vero motore di Cristina
C’è un divario di aspirazioni che s’insinua, spontaneamente, tra studentesse e studenti. A scuola e all’università, spesso, le ragazze sono molto brave nelle materie Stem, legate a scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, ma poi non intraprendono sempre carriere lavorative che mettano in risalto queste attitudini. Capita di frequente anche prima, al momento di scegliere gli studi superiori, quando ci sono impliciti condizionamenti sociali e familiari a preferire percorsi dal taglio umanistico. “Sapere invece che esistono tante scienziate affermate, abituarsi fin da piccole a un linguaggio declinato anche e prima di tutto al femminile e, ancora, avere tanti docenti uomini quanto docenti donne sono tutti piccoli accorgimenti che insegnano alle ragazze a non auto-imporsi limiti”: a dirlo è una donna che non ricalca un modello aggressivo di manager ma che, al contrario, si è ritrovata in questo ruolo spinta più che altro dalla voglia di cimentarsi in nuove sfide e alimentata dalla curiosità. Cristina Pozzi è co-fondatrice e ceo di Edulia dal Sapere Treccani, polo edtech italiano dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
“Ho sempre imparato e continuo a imparare divertendomi. Ma, da quando ho fatto della formazione la mia attività principale, ho colto meglio l’importanza di alcuni dettagli concreti per una società più inclusiva”, dice Pozzi spiegando con quale spirito nasce Edulia. L’obiettivo dell’azienda è stato, soprattutto all’inizio quando ancora si chiamava Impactscool e non faceva parte di Treccani, portare tecnologie, cambiamento e innovazione più vicini ai giovani e agli adulti, in particolare a donne e ragazze.
Pozzi è arrivata al suo attuale incarico attraverso un lungo e variegato percorso in cui l’unica costante è stata la domanda “perché no?”. “Ho cambiato tantissimo nella mia vita professionale ma cercando di non perdere mai l’energia iniziale. Davanti a ogni possibilità lavorativa mi son chiesta “perché non farlo?”. Questo non vuol dire avventurarsi nel buio, anzi impone di studiare costantemente”, prosegue la manager che nel suo percorso, dopo la prima laurea, ha inserito una seconda laurea triennale in filosofia e diversi corsi su nuove tecnologie e futuro. “Ma mai mi sono imposta dei limiti ed è questo il consiglio che mi sento di dare alle studentesse di oggi”. Per esempio, Pozzi ha fondato la start-up Wish Days, specializzata in servizi prepagati come gift card e gift box a marchio Emozione3, seguendo il socio Andrea Dusi, successivamente al suo fianco nel lancio di Edulia.
A conferma dell’impostazione genuinamente curiosa verso l’apprendimento, Pozzi ha scelto il corso universitario indecisa tra specializzazioni completamente differenti tra loro: filosofia, chimica o economia: “mi piaceva tutto, m’interessava tutto. Ho scelto economia pensando alle opportunità che ne sarebbero derivate”. Ironia della sorte, però, nel suo primo impiego di lavoro viene assunta in un’azienda che prediligeva di solito team composti da ingegneri e filosofi. “Ma come?, mi sono domandata. Non ho fatto Filosofia proprio per avere più chance d’impiego! Alla fine, sono stata la prima assunta di quella società che proveniva dalla Bocconi. Un controsenso?”, ricorda l’imprenditrice che firma anche libri e podcast. “Non direi. È che la Bocconi mi ha insegnato a ragionare. E anche a scrivere meglio grazie a un corso tenuto dal giornalista Beppe Severgnini”.
Pozzi fa parte del programma Young Global Leader del World Economic Forum, e “cosa ho imparato? Che ci possono essere donne manager che ammiri tantissimo, con un’esperienza professionale che consideri pazzesca ma, alla fine, molte di loro hanno o hanno avuto i nostri stessi problemi d’integrazione e carriera. Oggi ci sono numerose opportunità online per fare community e non c’è bisogno di dimostrare chissa chè. Viceversa, sono occasioni per non ritrovarsi da sole davanti alle sfide”.