La mia parola d’ordine è stata mobilità
“Solo se cambi lavoro puoi crescere e imparare cose nuove. Per questo se penso alla mia carriera mi viene in mente la parola "Mobilità". Bisogna essere abili nel cogliere le opportunità e in effetti il mio percorso è stato un cambiamento continuo”. Alicia García Herrero oggi è capo economista per l'area Asia-Pacifico della banca di investimento Natixis ma dice “è la prima volta che mi fermo così a lungo in un ruolo”.
Se si guarda il suo curriculum è impossibile darle torto. Dopo gli studi in Bocconi e un master in Germania a cui è seguito il dottorato, García Herrero negli anni è cresciuta in varie istituzioni internazionali dal Fondo monetario alla Bce fino alla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) e in realtà come Banco de España e Bbva dove è stata chief economist for emerging markets. “Nei vari salti di carriera - dice - non bisogna sempre cercare un job title migliore. Spesso ho scelto il lavoro perché era una mansione nuova in cui potevo imparare tantissimo”.
Oggi che vive ad Hong Kong, non a caso, non si limita a lavorare per la banca di investimento ma insegna alla Hong Kong University of Science and Technology ed è membro del comitato consultivo del think tank MERICS, con sede a Berlino, oltre che consulente dell'Autorità monetaria di Hong Kong (HKIMR).
Come capo di team composti da decine di persone, da formare e guidare, spiega l’importanza di saper far lavorare bene le persone. “Posta la preparazione e l’essere sempre aggiornati e informati, la competenza più importante è l’empatia. Quando si lavora insieme bisogna capire come aiutare le persone a lavorare insieme e a mantenere una giusta velocità per la squadra. Bisogna poi ispirare i team a dare di più”. Da dirigente racconta che le è capitato di essere sottovalutata ma di essere sempre stata capace di reagire. "Spesso nel mondo dell’investment banking la velocità è considerata un asset io invece penso che lo siano le idee. Se sono buone, sul lungo andare fanno la differenza”. Un approccio da maratoneta più che da sprinter. “Conta poi la diversità, per questo spesso non leggo solo Bloomberg ma cerco prospettive nuove. Resto convinta che la diversità sia un valore aggiunto”.
Spiega poi di essere sempre stata onesta nel riconoscere i propri punti di forza e di debolezza. Dice: “Sono una persona creativa ma ad esempio sono poco pratica quando si tratta di computer. Quando non so qualcosa non ho paura a chiedere aiuto a chi è più esperto, questo è stato un atteggiamento che durante la carriera mi ha aiutato tantissimo e consiglio ai più giovani di fare lo stesso”. E alle nuove generazioni dice: “Non si può più ragionare per fasi pensando "prima studio, poi lavoro poi vado in pensione". Oggi bisogna imparare in modo continuo. In questo senso aiuta molto circondarsi di persone in gamba che possono accompagnare questa continua crescita. Questo almeno è quello che ho cercato di insegnare anche attraverso il mio lavoro, vedevano la mamma sempre in call, ai miei quattro figli”.