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Persone Farian Sabahi

Una vita e carriera a cavallo tra più culture

, di Diana Cavalcoli
Partita per capire le sue radici, Farian Sabahi è studiosa e storica del Medio Oriente, che decifra con la multidisciplinarità, e alle ragazze consiglia un percorso simile al suo fatto di studio e viaggi

“Una storia persiana tra due paesi.” Farian Sabahi, storica contemporanea e ricercatrice senior in Storia contemporanea all’Università dell’Insubria, racconta così la sua vita (e carriera) a cavallo tra più culture. Dice: “Sono nata e cresciuta ad Alessandria, da madre piemontese e padre iraniano. Mio nonno materno era un industriale del settore automotive. Eravamo una famiglia della buona borghesia”. Dopo il liceo linguistico, Sabahi si laurea in Economia Aziendale in Bocconi con stage in IBM e in J.P. Morgan. “Ho poi iniziato il praticantato da un dottore commercialista a Casale Monferrato. Il tempo di capire che quella non era la mia strada” aggiunge. 

In cerca di un proprio percorso, passa da Bologna. Racconta: “Capitai per caso nella città dove si era laureato mio padre. Passeggiando sotto i portici, trovai le informazioni sul corso di laurea in Storia orientale e mi resi conto che sarebbe stato utile per capire meglio le mie origini. Era dal 1978 che non tornavo in Iran: la rivoluzione del 1979 e la guerra contro l’Iraq avevano reso la situazione pericolosa. I miei genitori avevano poi divorziato e vedevo mio padre raramente”. Per comprendere qualcosa di più delle proprie radici si iscrive ma senza poter frequentare perché deve lavorare per mantenersi. La laurea numero due arriva nel 1995, poi il PhD in Storia alla School of Oriental and African Studies dell’Università di Londra. “Tra un semestre e l’altro partivo per il Medio Oriente come freelance per diverse testate giornalistiche, italiane e straniere. Racimolavo così i denari che mi servivano, insieme a qualche borsa di studio, per pagare le tasse universitarie e mantenermi a Londra” aggiunge.

Parlando di carriera, Sabahi la definisce un percorso non lineare in cui gli studi in Bocconi sono un tassello fondamentale, tant’è che dopo il PhD ottiene una borsa post-dottorato in Economia sui contratti petroliferi in Iran, e poi un assegno di ricerca in Bocconi sulle zone di libero scambio nel Golfo Persico. In tutto questo, la tenacia ha giocato un ruolo fondamentale. Merito anche dell’esempio di due donne forti: le sue nonne. “Erano entrambe del 1921. Teresina era nata a Refrancore, in provincia di Asti. Nel suo paese riuscì a completare il ciclo di scuola primaria. Non si lasciava spaventare da nulla, nemmeno dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale.” E poi c’era Nonna Mariam, nata a Baku in Azerbaigian. “Suo padre era stato arrestato dai bolscevichi che, dopo un periodo di detenzione, lo avevano obbligato all’esilio. Varcarono il confine di quella che ancora si chiamava Persia. Nonna Mariam era analfabeta, per uscire di casa metteva il chador. Mio nonno Sattar dormiva in camera, in un letto vero mentre nonna Mariam tirava fuori un materasso dall’armadio nella stanza accanto. Dormiva per terra, come una nomade.”

Degli anni di viaggi e scrittura – recensioni, reportage e saggi storici – Sabahi ricorda anche i pregiudizi incontrati. “A cena dall’ambasciatore d’Italia a Teheran: avevo quasi trent’anni ed ero inviata per la Radio Svizzera, la padrona di casa diede per scontato che fossi l’interprete o una segretaria.”

Oggi che insegna e fa ricerca nell’ambito della Storia contemporanea Sabahi racconta di un lavoro appassionante: “Amo la multidisciplinarità: per decifrare il Medio Oriente utilizzo strumenti diversi, dalla storia alla geografia, dall’economia allo studio delle religioni, dalle letterature al cinema.”. Alle ragazze di oggi dice: studiate, viaggiate, e non abbiate timore di cambiare strada.