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Persone Maria Eugenia Filmanovic

Una startup per il pianeta

, di Diana Cavalcoli
Dalla grande banca di investimento allo sviluppo sostenibile. Una carriera all'insegna della consapevolezza che fare impresa e creare valore sociale non sono in contraddizione tra loro. Ma la parità di genere è ancora lontana

Dopo la scuola francese a Milano e la laurea in Bocconi, Maria Eugenia Filmanovic era convinta che avrebbe lavorato per la pubblica amministrazione all’estero. Non è andata così. Oggi è co-fondatrice di Abatable, piattaforma che assiste le aziende nell’acquisto dei carbon credits per compensare le emissioni di anidride carbonica. Una startup per il pianeta diventata da poco BCorp. Dice: “Dopo la laurea in Bocconi mi sono ritrovata a Oxford, un’esperienza incredibile di vita di campus e di didattica inglese: molta scrittura e lavori di gruppo. Lì ho imparato cosa significa gestione del tempo e ho messo a fuoco quello che volevo fare davvero: 
impact investing”.

Finiti gli studi, non è però semplice trovare il posto di lavoro ideale. Filmanovic viene intanto chiamata da Goldman Sachs e accetta. Dopo tre anni di lavoro in banca di investimento arriva l’occasione giusta: viene trasferita a San Francisco ed entra nel team nascente di impact investing di Goldman. “Era quasi come lavorare in una startup” spiega Filimanovic. “Per dare un’idea dell’ambiente eravamo una quindicina di persone dal background molto diverso: chi aveva lavorato nel non profit, chi era un creativo. 
Ci trovavamo con le nostre idee per lo sviluppo sostenibile a lavorare in questo tradizionale ufficio finanziario con arredi in stile anni ottanta. Dei pesci fuor d’acqua.” La combinazione però funziona e in cinque anni Filmanovic fa carriera. Diventa Vice President del team ESG & Impact Investing chiamato AIMS Imprint. Lavorando sul campo scopre il carbon offsetting e la necessità del mondo delle imprese di investire per abbattere e compensare le proprie emissioni. 

Un mercato di nicchia ma che ha grande potenziale. “Ho capito che c’era lo spazio per creare un business che avesse anche valore sociale. Così nel 2021 con un collega bocconiano, Valerio Magliulo, fondiamo la nostra startup” aggiunge. Insieme fanno poi domanda per il celebre acceleratore di startup americano, Y Combinator, chiamato anche la Harvard delle startup. “È stata un’esperienza pazza. Eravamo immersi in questa bolla fatta da nerd dell’informatica e imprenditori incredibili. Trovavi il CEO di Stripe e quello di Airbnb che in una call zoom ti raccontavano la loro visione.” Da donna spiega però di essersi talvolta sentita tagliata fuori. “Diciamo che è un mondo molto maschile, sono tutti dei tech bros e se la raccontano molto tra loro. Il fatto che non fossi tecnica o ingegnere non ha aiutato, però in questo ho avuto la fortuna di avere un socio che veniva da quel mondo” aggiunge. 

Da capo ora Filmanovic si trova soprattutto a gestire il team e la monetizzazione dei dati. “Il mio obiettivo personale è migliorare nella gestione della società e delle persone, e poi voglio fare il più possibile mentorship per aiutare gli imprenditori del futuro.” Tra i quali vorrebbe vedere più ragazze: “Dobbiamo crederci di più ed essere sfacciate quanto gli uomini, senza preoccuparci troppo di quello che pensano gli altri. 
Il fatto di essere poi più prudenti e risk-averse in realtà può essere un punto di forza agli occhi degli investitori”.