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Persone Chiara Bonarrigo

Con la musica nel cuore e in ufficio

, di Andrea Celauro
Chiara Bonarrigo è Label Relations and Partnership Lead per l’Italia della piattaforma di video musicali Vevo. Un mercato, quello dell’industria musicale, che l’ha attratta fin da giovanissima ma che, in Italia, vede ancora un management prevalentemente maschile

La musica è nel dna di Chiara Bonarrigo. Pur non provenendo da una famiglia di musicisti, l’ha sempre respirata in famiglia. “Mio nonno era un dirigente in ospedale ma era anche diplomato al conservatorio” racconta Chiara, alumna Bocconi laureata prima in triennale al Cleacc e poi alla magistrale Acme. Chiara  oggi, a Londra, è Label Relations and Partnership Lead per l’Italia di Vevo, la piattaforma di video musicali creata da Sony Music e Universal. “La musica era il nostro fil rouge. A scuola ho sviluppato questa passione studiando canto, musical e danza, ma poi è arrivata la consapevolezza che non volevo fare l’artista, ma lavorare dietro le quinte del mercato musicale”. E così la scelta dei corsi di management delle industrie creative in Bocconi “che mi hanno permesso di tenere insieme le mie due anime, quella più legata all’arte e quella più razionale”. E se una coincidenza fortuita l’ha portata ad un primo stage alla Universal, da lì è stata una scalata fino alla posizione manageriale ricoperta oggi, nella quale si occupa dei rapporti con le etichette italiane e quindi della promozione e distribuzione dei video degli artisti italiani su Youtube e sugli altri circuiti. Lavorando “In un team di sole donne”. 

Quest’ultimo, spiega Chiara, è un aspetto che marca la differenza tra il mercato anglosassone e il mercato che vede ancora oggi in Italia. “Quando ho cominciato, nel momento in cui si assisteva alla transizione digitale della musica, vedevo in Italia un’industria popolata prevalentemente da uomini. A distanza di quasi dieci anni, per quanto la situazione si sia evoluta, è ancora prettamente maschile. Tutte le prime linee del management sono formate da uomini, di donne se ne incontrano solo a partire dalle seconde linee”, racconta la manager. “Quando sono arrivata in Uk, mi ha colpito questo: vedere come nel mio ufficio la maggioranza fosse invece di donne”. E ripensando soprattutto agli esordi, “per quanto non sia mai stata discriminata nel mio lavoro, la mia sensazione, da donna, è che in Italia nel mio settore si faccia sempre un po’ fatica a guadagnarsi la credibilità, che si debba lavorare sempre un po’ di più per dimostrare il proprio valore”.

Tenace, (“Ho sempre cercato di non farmi influenzare troppo dal giudizio degli altri”) Chiara Bonarrigo ha oggi di fronte numerose sfide, legate a un mercato che è in continua trasformazione e verso il quale la grande scommessa “è capire, ora che il mercato digitale comincia ad essere saturo, quali saranno le prossime frontiere. Anche perché il nostro prodotto non sono cose, ma persone, artisti”.

Di sicuro c’è che Chiara non cambierebbe nulla della sua carriera nel mercato musicale e a chi vuole entrarvi, consiglia di non rinunciare a puntare in alto nel cercare il proprio obiettivo: “Spesso si pensa che le aziende del settore siano irraggiungibili, ma se si è motivati non bisogna avere paura di disturbare e usare ogni tipo di contatto possibile”. Inoltre, spiega, “C’è molta confusione sul mondo discografico perché a primo impatto si pensa esclusivamente alle grandi major, ma esistono anche tantissime realtà come publishers, etichette, distributori indipendenti, così come il mondo del live o anche tutto il comparto dei cosiddetti DSP (digital sales platforms) che si occupano della distribuzione audio come Spotify o Apple Music o video come Youtube o Vevo”.