Una spada tra Bach e Geyersbach
Johann Sebastian Bach rimase orfano quando non aveva ancora compiuto dieci anni. A sei anni gli morì Balthazar, il fratello maggiore. A nove anni la madre. Il padre Ambrosius si consolò in fretta risposandosi con una donna due volte vedova. Dopo tre mesi morì, lasciando la sposina vedova per la terza volta e quattro figli orfani. La diciassettenne Maria Salome venne accolta dalla famiglia della madre, Johann Sebastian e il fratello Jacob dal fratello maggiore Christoph, da poco sposato e organista a Ordruf, cittadina della Turingia. Fu Christoph a insegnare la musica al giovane, promettente fratellino. Nel marzo del 1700, non ancora quindicenne, Johann Sebastian andò a Lüneburg, sperando in una borsa di studio per giovani cantori. Non aveva i mezzi per andare all'Università e dunque cercò un lavoro. Nel 1703, ottenne il primo, vero impiego. Nella piccola Corte di Weimar fu assunto come violinista e "lacché". Il giovane si fece presto notare più per le sue doti musicali che non per quelle di un valletto e venne incaricato di effettuare una perizia su un organo di una chiesa di Arnstadt. Johann Sebastian vi si recò, verificò le condizioni e provò la tastiera: il suo modo di suonare lasciò tutti strabiliati. Il conte Anton Günther lo volle con sé. Il decreto di nomina recitava: "Il nostro illustrissimo e benevolissimo conte e signore Anton Günther, dei quattro conti dell'Impero, approva e comanda a voi, Johann Sebastian Bach, al posto di organista della Chiesa Nuova, per cui dovete mostrarvi a Sua Altezza Eccellentissima fedele, ben disposto e pronto, in special modo vi mostrerete diligente e fedele nell'ufficio, nella professione, nell'arte e nella scienza che vi sono state affidate e non vi mescolerete in altri affari." Un contratto coi fiocchi, con diritto di esclusiva.
Il giovanotto cresceva come uomo e come musico. Sapeva il fatto suo, ma non sapeva tenere la bocca chiusa. Una volta apostrofò un suonatore di fagotto, un pasticcione, tal Geyersbach, dandogli dello "Zippel Fagottist"! Anzi, tutte le volte che lo vedeva passare per strada gli dava del "fagottista da strapazzo". Il fagottista non ne potè più e, una volta, armato di bastone, cercò di farla pagare cara al villanzone. Questi estrasse la spada e i due se le diedero di santa ragione. Finirono davanti al Consiglio cittadino. Bach chiese al Consiglio di punire il suo assalitore, sostenendo di aver estratto la spada solo per legittima difesa. Il fagottista disse di avere il diritto di non essere insultato. Dal verbale risulta che Geyersbach negò di "aver aggredito il querelante Bach. Anzi Bach stava attraversando la strada, quando Geyersbach gli chiese se ammettesse di averlo chiamato fagottista da strapazzo. Non potendolo negare, Bach estrasse la spada e lui, Geyersbach, dovette difendersi altrimenti avrebbe subito offesa". Terminata l'istruttoria, il Consiglio concluse la procedura con un rimprovero a Johann Sebastian. "Bach avrebbe fatto meglio ad astenersi dall'insultare Geyersbach, chiamandolo fagottista da strapazzo. Questo genere di presa in giro, alla fine, provoca simili inconvenienti". Il Consiglio, però, aggiunse un suggerimento non ovvio, bensì molto profondo, saggio, di portata universale, che dovrebbe valere ancora oggi: "Del resto, signor Bach, gli uomini devono convivere con gli imperfecta".