Una poltrona per due
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Marco Onado |
Chi meglio del regista dei Blues Brothers può raccontarci le follie e i trucchi con cui si possono manipolare i mercati finanziari? Una poltrona per due, del 1983, è ancora oggi di una strepitosa attualità. Va subito detto che il titolo italiano, tanto per cambiare, non rende giustizia all'originale, Trading places, che allude sia allo scambio di ruoli fra i due protagonisti (Dan Aykroyd e Eddie Murphy, forse perché John Belushi era morto l'anno prima) ma anche ai luoghi dello scambio, cioè alle borse.
Due vecchi finanzieri scommettono su tutto, a cominciare dalle borse e in particolare su cosa avverrà se il giovane rampollo della famiglia si troverà di colpo nei panni di un poveraccio che vive di espedienti (e viceversa). Di qui nasce una girandola senza sosta di equivoci e di gag, il cui filo conduttore è come si possono manipolare allegramente i mercati e come si fa a sfruttare le informazioni riservate. La qualità del film è testimoniata da due Oscar vinti (di cui uno a una smagliante Jamie Lee Curtis) ma anche dal fatto che una parte della recente legge americana di riforma dei mercati finanziari è detta Eddie Murphy Rule. Se i legislatori andassero più spesso al cinema, la regolamentazione sarebbe migliore.