Una carriera multiforme guidata dalla curiosità
“Alle ragazze consiglio di prendere dimestichezza con il potere. Il più grosso atto di sabotaggio che una giovane può compiere contro se stessa è sentirsi a disagio col potere”.
Consigliera indipendente, advisor e business angel, Paola Bonomo definisce la sua carriera “multiforme”, non una strada lineare ma un percorso che è il risultato della sua grande curiosità verso il mondo. Nata a Marostica, in provincia di Vicenza, dopo gli studi in Bocconi ha iniziato la sua carriera in McKinsey. Ha conseguito un MBA a Stanford e ha ricoperto poi ruoli manageriali in eBay, Vodafone e Facebook. Dice: “Mi sono fatta le ossa prima da consulente in McKinsey, per molti anni all’inizio della mia carriera, e poi da manager nel mondo del digitale, lavorando sia in piattaforme della Silicon Valley sia in aziende tradizionali che attraversavano la loro trasformazione digitale”. Fa esperienza in più settori: telecomunicazioni, retail, servizi digitali dall’e-commerce alla pubblicità. Con ruoli che spaziano da strategia e M&A a Operations e marketing.
Oggi Bonomo fa parte del consiglio di amministrazione di Telecom Italia e di altre società, e del Comitato Investimenti del fondo Neva First. Oltre a essere vice presidente di Italian Angels for Growth. “Al momento – spiega – mi occupo da un lato di corporate governance, come consigliera di amministrazione in aziende quotate e non, e dall’altro di innovazione e crescita, con la mia attività nel mondo del venture capital”. Mondi in cui porta la sua voglia di imparare per tutta la vita. Rimarca: “Mi piace avere la portfolio career che ho oggi perché unisce a impegni e responsabilità su decisioni strategiche la possibilità di conoscere e sostenere imprenditori e innovatori, e di capire dove vanno le tecnologie che trasformano il mondo in cui viviamo. Ho usato il maschile sovraesteso, ma con qualche disagio linguistico, perché mi piace porre particolare attenzione a imprenditrici e innovatrici, e vorrei vederne molte di più”.
Alle ragazze dice infatti: “In termini di carriera occorre studiare, in ogni situazione in cui ci si trova, i meccanismi tramite i quali le persone arrivano ai piani alti. Fare un patto con i propri capi: se ti porto questo risultato o ti risolvo questo problema, alla prossima opportunità di crescita scegli me? E, se non si vede un percorso che permetta di essere scelte per queste opportunità, cambiare strada: meglio rischiare qualcosa in un contesto in forte crescita che accontentarsi della sicurezza in un contesto stagnante”. E poi è fondamentale lavorare su tematiche “di frontiera”, spingersi sempre un po’ più in là, “mantenere l’asticella alta con se stesse, prima ancora che con gli altri; ma soprattutto essere se stesse. Non si può essere un role model se si interpreta un ruolo che calza male come un vestito sbagliato”.
Come modelli Bonomo guarda ad artiste, musiciste, scrittrici. Icone che hanno fatto della propria creatività una carriera lunga tutta una vita. “Penso a Louise Bourgeois, Elena Ferrante o Patti Smith” aggiunge. Rispetto all’essere sottovalutata in carriera spiega che sì, è accaduto: “L’esprit de l’escalier (la sensazione di non avere la risposta o battuta pronta a una provocazione, NdR) l’ho spesso provato ma ho sempre cercato di rimediare. Con i fatti”.