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Un modello per governare i rischi dell'economia italiana

, di Carlo Favero - Deutsche Bank Chair in Asset Pricing and Quantitative Finance
Si chiama ITFIN ed e' stato sviluppato per simulare e valutare gli effetti delle politiche monetarie e fiscali

L'economia italiana sta affrontando una sfida significativa a causa dell'elevato rapporto tra debito pubblico e PIL, che si è mantenuto intorno al 150% nel 2022. Questo squilibrio economico crea un diffuso premio per il rischio Paese, che si ripercuote sia sui mercati finanziari sia sull'economia reale. Il premio per il rischio paese si riferisce alla quantità di denaro in più che gli investitori chiedono per prestare a un paese con un alto livello di debito. Questo, a sua volta, influisce sul costo dei prestiti per le imprese, rendendo più costoso per loro investire nelle proprie attività.

Inoltre, l'elevata presenza di titoli di Stato negli attivi delle banche ha indebolito i bilanci di queste ultime, rendendole più vulnerabili alle crisi finanziarie. Nei periodi di crisi del debito sovrano, i bilanci delle banche possono deteriorarsi ulteriormente, riducendo la loro capacità di prestare denaro alle imprese. Ciò può creare un "effetto acceleratore finanziario", in base al quale le restrizioni al credito provocano un impatto negativo sull'economia, portando a ulteriori problemi finanziari.

Per affrontare queste sfide, il Ministero del Tesoro italiano ha creato un modello chiamato ITFIN. Si tratta di un modello econometrico trimestrale stock-flow consistent che permette di comprendere meglio il legame tra rischio sovrano e crescita del prodotto. Il modello considera non solo l'impatto della produttività e della crescita del PIL sul costo del debito sovrano, ma anche il ciclo di feedback tra il rischio sovrano e la crescita della produzione.
La struttura e le proprietà del modello sono utili per comprendere i meccanismi di trasmissione delle recenti crisi, come quella del 2008, determinata da effetti di contagio dovuti alla forte contrazione della domanda estera e al crollo dei prezzi delle azioni estere, e quella successiva del 2011, in cui l'aumento dei rendimenti di mercato e le perdite generate dai prestiti non performanti hanno chiaramente avuto origine dall'instabilità politica interna. Il modello ITFIN può aiutare a identificare i fattori alla base di queste crisi e a suggerire strategie per mitigarne gli effetti.

In particolare, ITFIN presenta una struttura dinamica in cui l'evoluzione nel tempo delle attività e delle passività finanziarie dei diversi settori dell'economia è esplicitamente modellata e trae origine dai flussi finanziari associati alle decisioni degli agenti che determinano l'offerta e la domanda di attività finanziarie. La chiusura del modello, basata sull'assunzione di una singola voce del bilancio di ciascun settore come residuo, impone la coerenza tra gli stock e i flussi finanziari di ciascun settore dell'economia.

Inoltre, le posizioni finanziarie dei vari settori istituzionali influenzano le decisioni economiche degli agenti e l'economia reale. La ripartizione del modello in settori istituzionali riflette ampiamente quella dei dati dei conti finanziari nazionali (flusso di fondi). Inoltre, il modello è caratterizzato da una ripartizione dettagliata degli strumenti finanziari emessi e detenuti da ciascun settore. ITFIN è un modello fortemente orientato ai dati, in cui la specificazione delle equazioni comportamentali, sebbene ampiamente coerente con la teoria, è progettata per generare residui che superino i test diagnostici. La modellazione di stock e flussi implica la modellazione simultanea di trend e cicli (stocastici).

L'economia è composta da sette diversi settori: Governo (G), Banche (B), Assicurazioni, fondi pensione e fondi comuni di investimento (P), Famiglie (H), Imprese non finanziarie (F), Banca centrale nazionale (BC) e Resto del mondo (R). La banca centrale nazionale non attua la politica monetaria convenzionale, in quanto i tassi di policy sono fissati dalla Banca Centrale Europea e considerati esogeni nel modello, ma attua la politica monetaria non convenzionale per conto della BCE effettuando acquisti di debito sovrano sul mercato secondario e operazioni di rifinanziamento a lungo termine (ad esempio, LTRO e TLTRO). Essa opera anche attraverso il canale di rifinanziamento standard delle banche.
Il modello assegna un ruolo centrale alla moneta, al credito e alla finanza nel determinare l'andamento delle variabili finanziarie e reali dell'economia e considera la domanda e l'offerta di un gran numero di strumenti finanziari, che sono contemporaneamente attività per alcuni settori e passività per altri.

In questo modo, il modello tiene conto dell'interconnessione dei settori fino alla semplificazione della modellazione. Non vengono modellizzate tutte le attività e le passività, ma solo quelle che presentano variazioni significative nel tempo nei bilanci dei vari settori.
Seguendo la struttura del database Flow of Funds, è possibile valutare rapidamente l'impatto di eventuali omissioni o semplificazioni in un modello. Infatti, eventuali differenze nelle posizioni finanziarie nette di ciascun settore nel modello rispetto ai dati possono indicare l'effetto di variabili che sono state tralasciate. In sostanza, eventuali discrepanze tra il modello e i dati possono indicare quali variabili mancano nel modello.
In conclusione, il modello ITFIN è stato sviluppato appositamente per simulare e valutare gli effetti delle politiche monetarie e fiscali sull'economia italiana.