Tutti i danni della rabbia repressa
Secondo il ministero della Salute, i lavori usuranti sono quei mestieri che minano in modo serio e grave il fisico e hanno un'incidenza di tumori e malattie professionali molto più elevata della media. Per mettere a fuoco l'impatto dei lavori usuranti sulla salute, i ricercatori hanno definito le tre dimensioni dei possibili danni: limitazioni nell'attività quotidiana, insorgenza di malattie croniche e disagi di natura psicologica. Tuttavia, mentre le limitazioni e le malattie croniche sono ben definibili, il rilevare con analoga precisione il possibile danno psicologico è un'impresa più complessa. Nell'elenco dei lavori usuranti è possibile identificare una serie di attività sicuramente dannose fisicamente, (oltre che psicologicamente), come i lavori in galleria, in cava o miniera.
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Più difficile è, invece, affrontare l'usura fisica e psichica di persone che lavorano in ambienti gradevoli. In passato i danni fisici e il disagio psicologico sono stati studiati dalla medicina tradizionale come entità indipendenti, come due aspetti senza apparente interazione. La ricerca oggi ha invece documentato scientificamente l'influenza del disagio psicologico sulla salute. La Psiconeuroimmunoendocrinologia (Pni), in particolare, affronta l'interdipendenza tra aspetti biologici e psicologici e fornisce una spiegazione più accurata, per esempio, dell'insorgenza di tumori, danni cardiaci e altre patologie gravi, anche in lavoratori che sembrano muoversi in ambienti salubri e svolgere professioni invidiabili. La Pni ha mostrato come la nostra gestione delle emozioni, e in particolare la repressione della rabbia, siano fattori che inducono variazioni ormonali che possono dare un contributo decisivo allo sviluppo di patologie maligne. Ciò avviene attraverso quelle interconnessioni, alla base del meccanismo di stress, che coinvolgono il sistema nervoso, le ghiandole endocrine, il sistema immunitario e i centri del cervello dove le emozioni vengono percepite e processate. Un lavoro usurante, in questo senso, potrebbe essere anche l'essere inseriti in un ambiente di lavoro che, per disfunzioni organizzative o lo stile di leadership inadeguato o iniquo, richiede costantemente ai propri dipendenti il tollerare senza reagire situazioni stressanti che stimolano la rabbia. Nella ricerca svolta nella riabilitazione di persone con gravi burn out lavorativi, si è visto che non solo era stata a lungo repressa la rabbia, ma anche che il non riconoscimento del proprio lavoro unitamente alla mancanza di controllo e autonomia sulla propria attività, crea una condizione di stress molto dannoso per la salute. Quando un evento è percepito come molto stressante, l'organismo produce livelli più o meno alti di alcuni ormoni (adrenalina nelle situazioni acute e cortisolo in quelle croniche). In caso di stress cronico, questi ormoni possono essere responsabili di aumento della pressione arteriosa e della concentrazione del sangue (con rischio di infarto cardiaco e ischemie cerebrali), aumento della glicemia (con rischio di sviluppare il diabete), disturbi del sonno (insonnia), disturbi dell'umore (depressione, ansia), e numerose altre patologie.
Preoccupante è l'aumento di malattie mentali causate da stress cronico: si prevede che nell'anno 2020 la depressione rappresenterà la seconda causa di malattia e già oggi l'Ue calcola che i costi delle malattie mentali si aggirino intorno al 2-3% del pil, associati in particolar modo alla riduzione di produttività. Questi dati dovrebbero farci rivedere la definizione di lavori usuranti, anche se da quanto detto è evidente la complessità della diagnosi, del reale legame tra un disagio psicologico, o una malattia mentale come la depressione, e la tipologia di lavoro svolto.