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Trenta fatidici mesi: Gabrielli ricorda l'operazione seguita al naufragio della Costa Concordia

, di Andrea Celauro
L'allora capo della Protezione Civile, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha tenuto oggi una testimonianza di fronte a un'aula magna gremita di studenti, ricostruendo e discutendo della complessa opera di recupero e smantellamento della nave

Trenta mesi di lavoro e di mal di pancia, iniziati quella fatidica notte del 13 gennaio 2012 all'Isola del Giglio e terminati al Porto di Genova: Franco Gabrielli, "Un civil servant il cui tratto distintivo è l'innovazione", ha detto il rettore Gianmario Verona, è oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri ma al tempo dei fatti capo della Protezione Civile. Stamattina in Bocconi, di fronte a 950 studenti, ha ricostruito le fasi concitate dell'enorme operazione di emergenza scaturita dal naufragio della nave passeggeri Costa Concordia.

Gabrielli, che sulla vicenda ha scritto un volume, Naufragi e nuovi approdi, è intervenuto nell'ambito delle attività del corso in Economia e management delle amministrazioni pubbliche, del quale è responsabile Francesco Longo, professore associato del Dipartimento di scienze politiche e sociali, ed è stato intervistato sul palco dell'aula magna da Raffaella Saporito, SDA Associate professor of practice di public governance. A chiudere l'incontro, l'intervento di Giovanni Valotti, ordinario di economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche.

"Soltanto per un caso la nave, che era ingovernabile, si è appoggiata su due speroni di roccia. Altrimenti avrebbero potuto esserci molte più vittime", ha spiegato Gabrielli ricordando quella notte. "Alla fine le vittime state 32, ma ne aggiungo una trentatreesima, il sommozzatore spagnolo morto nelle operazioni di rimozione della nave". Da lì, da quel naufragio, sono cominciati trenta mesi di lavoro incessante con gli occhi del mondo addosso. "Trenta mesi caratterizzati", ha aggiunto però Gabrielli, "anche dalla straordinaria generosità e pazienza che gli abitanti del Giglio ebbero (anche più di altri) nelle fasi che portarono al viaggio finale della nave". Nel racconto della lunga, complessa e costosa operazione di recupero e trasporto verso Genova, dove la nave poi venne smantellata (il conto finale fu di oltre un miliardo di euro), Gabrielli ha sottolineato l'importanza giocata dalle imprese private anche italiane: "C'è stato molto del nostro sapere di paese e l'operazione è stata caratterizzata dall'eccellenze delle nostre aziende".

(In foto, da sinistra: Raffaella Saporito, Gianmario Verona, Franco Gabrielli e Giovanni Valotti)