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Tra antico e moderno, le collezioni della Biblioteca raccontano le scienze sociali

, di Andrea Celauro
Prime edizioni del Cinquecento e Seicento e volumi e riviste da tutto il mondo, raccolti anche grazie ai lasciti di docenti bibliofili e a un network di alumnae e alumni gia' forte

Ventimila metri di scaffalature, 455 mila volumi, 14 mila titoli di periodici cartacei internazionali e 225 tra cinquecentine e secentine (oltre a numerosi volumi del Settecento e Ottocento): anche le collezioni della Biblioteca Bocconi, come gli archivi, rappresentano un patrimonio votato alla ricerca.

La Biblioteca nata nel 1903 grazie a una prima donazione della Camera di Commercio di Milano e via via nutrita dei lasciti di docenti bibliofili come Angelo Sraffa e organizzata da bibliotecari illuminati come Fausto Pagliari, oggi tra antico e moderno rappresenta tutte le fasi della nascita e dello sviluppo della scienza economica, oltre a raccogliere tante altre pubblicazioni, tra cui 17 mila tesi cartacee e tutte le pubblicazioni della Bocconi sulla Bocconi.

"Custodiamo 98 volumi del Cinquecento (cinquecentine) e 127 secentine. Molte di queste, e in generale dei volumi antichi, arrivano proprio dalla biblioteca personale di Angelo Sraffa, che collezionava prime edizioni a stampa di trattati giuridici e codici", spiega Giacomo Crespi, responsabile delle collezioni presso la Unit Library&Archives. "Particolare è ad esempio la raccolta fatta da Sraffa di tutte le edizioni, a partire dalla prima del Cinquecento stampata da Paolo Manuzio, di quello che è considerato il primo testo di diritto commerciale della storia, il volume De mercatura sive de Mercatore di Benvenuto Stracca", aggiunge Cinzia Di Deo dell'ufficio acquisizioni. Per non parlare della prima edizione italiana completa dell'Encyclopedie di Diderot e d'Alembert, pubblicata dal 1758 al 1776.

Interessante anche il modo peculiare con cui nell'immediato Dopoguerra la Biblioteca riusciva ad alimentare le proprie collezioni, nonostante la difficoltà di reperire pubblicazioni: "Università e Biblioteca fecero leva sulla comunità di alumni, che si occuparono di inviare edizioni dai paesi del mondo nei quali si trovavano", racconta ancora Di Deo. "Uno di questi era il figlio di Angelo Sraffa, al quale si deve il fatto che la Biblioteca Bocconi oggi sia una delle pochissime istituzioni italiane ad avere una collezione completa, dal primo numero, della rivista The Economist".

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