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Persone Tia Taylor

Tia, una donna che conta

, di Diana Cavalcoli
Uno dei tanti progetti dell’imprenditrice e content creator Tia Taylor, volata dagli Usa in Italia per studiare alla Bocconi, è RacConti, un libro di consigli di finanza personale. “Sono una giovane donna nera immigrata in Europa. Le persone di solito non si aspettano che abbia realizzato tutto quello che ho fatto. Ma ho accettato che questa è solo la realtà del momento e non mi scuote più. Vado avanti per la mia strada”

“Il mio lavoro oggi è dinamico, è la cosa che mi spaventa di più ma, come dice il vecchio detto, greater the risk, greater the reward.” Cresciuta in Connecticut da padre nigeriano e madre giamaicana, Tia Taylor dagli USA è volata in Italia per studiare a soli diciotto anni. Oggi è un’imprenditrice e una content creator da migliaia di follower. La sua è la storia di chi è riuscita a inventarsi un mestiere e a costruirsi un percorso unico che l’ha portata nel 2020 a fondare un’azienda in Nigeria, oltre a Colory*, una piattaforma digitale pensata per raccontare la diversità etnica in Italia. Un luogo in rete in cui vengono valorizzati i temi dell’inclusione con un linguaggio semplice e diretto.

Racconta: “Sono finita nel mio campo di lavoro un po’ casualmente. Ho fatto il corso BIEM alla Bocconi e mi sono laureata nel 2017. Ho lavorato nel settore del marketing digitale per due anni, e poi ho iniziato a lavorare in una startup per altri quattro. Durante quel periodo, ho fondato il progetto Colory* e, più di recente, ho avviato una nuova impresa in Nigeria”. In parallelo Taylor racconta la sua vita di americana in Italia sui social media da Instagram a YouTube. Parla di moda, make-up ma anche di usanze, di cultura e di inclusione aumentando rapidamente il suo seguito. Con oltre trecentomila iscritti su YouTube e quasi centomila follower su Instagram, oggi racconta la sua attività da imprenditrice e ha da poco pubblicato RacConti, un libro ricco di consigli sulla finanza personale e sull’importanza di investire, tanto che nella sua biografia sui social si definisce “una donna che conta” proprio per l’attenzione al portafogli. 

Nel raccontare la sua carriera la definisce un percorso fluido in cui un ruolo importante lo hanno giocato la determinazione e l’ingegnosità. “Tutto è sempre in cambiamento, bisogna abituarsi al cambiamento ed è un valore aggiunto. Dopo anni passati lavorando in questo modo però ammetto che adesso, quando tutto procede come da programma, mi viene quasi l’ansia. Ho sempre dovuto inventare soluzioni per risolvere problemi e non arrendermi nonostante le difficoltà.”

Che non sono state poche, dall’inclusione in Italia alla lingua da imparare. “Sono una giovane donna nera immigrata in Europa. Le persone di solito non si aspettano che abbia realizzato tutto quello che ho fatto. Ma ho accettato che questa è solo la realtà del momento e non mi scuote più. Vado avanti per la mia strada”, aggiunge. E per non fermarsi mai è utile avere dei modelli che per Taylor sono giganti come Harriet Tubman, Madam C.J. Walker, Feila Ransome Kuti, Nanny dei Maroons. Ma anche le sue “icone moderne” come Bozoma Saint John, Portia Simpson-Miller, Michelle Obama, Ngozi Okonjo-Iweala e Stacey Abrams.

“Ai giovani direi: think outside the box, pensa sempre a soluzioni innovative e creative per i problemi. Se vedi tante persone fare la stessa cosa, fai le cose in maniera leggermente diversa, alla fine ‘paga’ sempre. Lasciare gli Stati Uniti per studiare in Italia a diciotto anni non era una scelta comune all’epoca ma alla fine ha portato un enorme ritorno. A distanza di dieci anni è una strada che seguono molte più persone.”