Startupper donne? Mancano role model
Due startupper donne per rivoluzionare il mondo dell’informazione (adattandolo alle nuove generazioni). Bianca Arrighini ha co-fondato la media company Factanza, di cui è CEO, con l’amica e collega Livia Viganò. Insieme hanno costruito un racconto quotidiano del mondo in salsa social, a partire da Instagram. Dice Arrighini: “Dopo il liceo ero indecisa tra economia e ingegneria anche se sapevo di voler fare qualcosa di creativo. Devo dire che studiare in Bocconi è stato un buon consiglio da parte della famiglia perché mi ha dato un approccio e un metodo che oggi, che sono una startupper, sono molto utili”.
Nel curriculum si legge di un primo stage in Accenture a cui segue un master in Management a Madrid. “La startup è nata forse come sfogo delle mie passioni, del mio lato creativo. Con Livia ci scambiavamo informazioni dopo la lettura dei giornali ed è arrivata la domanda: ma com’è possibile che ai nostri coetanei non interessi?”
La risposta che si danno è che l’informazione non è pensata per i ragazzi. Così nasce l’idea di cambiare le cose, togliendo un po’ di polvere al settore. “All’inizio – spiega Arrighini – non pensavamo sarebbe diventata startup, anche perché pensavamo entrambe a carriere più tradizionali magari in consulenza. Tutte facevano così. I media erano una grande passione e un qualcosa di cui avevamo bisogno. Nel 2020 con la pandemia è però cresciuto molto il bisogno di un’informazione rapida, attendibile e sintetizzata. Così, dopo aver incontrato un fondo di investimento, siamo partite.”
Rispetto alle poche startupper donne Arrighini sottolinea come a pesare sia anche l’assenza di role model. “I founder sono quasi tutti uomini e se penso ai manuali d’impresa su cui ho studiato raccontavano casi maschili ed erano tutti scritti da uomini. Manca il punto di vista femminile e anche gli investitori che lo valorizzano e che ti riconoscano come attendibile” aggiunge. Arrighini parla infatti di inizi difficili e di bias classici. Racconta:
“È capitato che mentre noi presentavamo il business plan dal pubblico facessero i complimenti a un nostro stagista pensando fosse il founder”.
Pregiudizi a parte, la startup cresce e conta oggi una quindicina di persone che realizzano i contenuti e la parte grafica. Arrighini si racconta come una leader empatica che lavora in una struttura non gerarchica, il contrario dei grandi giornali tradizionali: “La parte che mi piace di più di questo mestiere è che lavoro su più fronti: la parte legata ai contenuti e la parte manageriale oltre al network. In questo devo dire che gli startupper italiani tra loro, forse proprio per le difficoltà comuni, sono molto solidali”.
La mission di Factanza oggi è diventare un punto di riferimento per gli under 35 creando una generazione consapevole di quello che succede nel mondo.
Ai suoi coetanei Arrighini dice: “Siate tanto curiosi, leggete molto e non solo i libri in università.
Nel mondo del digitale le competenze acquisite durante un corso di studi sono già vecchie domani.
Essere curiosi è l’antidoto per essere sempre aggiornati”.