Sport e arte due facce della stessa medaglia
Luisito Suarez e Giovanni Lodetti |
Il calcio degli anni '60, "quando si andava agli allenamenti in tram chiacchierando con la gente", ricorda Luisito Suarez, stella della grande Inter di Angelo Moratti, unico giocatore spagnolo ad aver vinto il Pallone d'oro, poi allenatore della Nazionale spagnola e di grandi club, è stato il protagonista del seminario di ieri, 28 maggio, in Bocconi, "Sport e Arte. Sport da gioco/divertimento a evento/business", organizzato dal Dipartimento di analisi istituzionale e management pubblico. Un calcio che, proprio nel centenario della nascita del Futurismo, era soprattutto allora "movimento e arte", caratteristiche comuni alla corrente artistica fondata da Filippo Tommaso Marinetti.
"Sport e arte che hanno in comune altre caratteristiche", spiega Stefano Baia Curioni, direttore della laurea specialistica di Economia per l'arte e la cultura in Bocconi, "come lo stile, la libertà, il rispetto delle regole, l'adesione a una passione. Tutti elementi che però i meccanismi del business tendono a dissipare".L'incontro è stato anche l'occasione per presentare il volume Un cielo dipinto di rossonero, opera della scrittrice Curzia Ferrari e del campione del Milan Giovanni Lodetti, anch'essi presenti al seminario. "L'opera L'uomo che corre di Umberto Boccioni rappresenta per me il meglio di un calciatore", dice Curzia Ferrari, "ecco, quell'Uomo per me è il calcio inteso come arte, in lui vedo le gesta di Giovanni Lodetti".