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Spoils System? Meglio premiare le performance e i giovani

, di Davide Ripamonti
Un sistema adottato da sempre per distribuire cariche e favori, che ha prodotto una burocrazia instabile, poco qualificata e anziana. Come spiega nell'intervista Giacinto della Cananea

Entro fine gennaio Giorgia Meloni avrà il diritto di esercitare lo Spoils System, la norma cioè che consente a ogni nuovo governo di avvicendare i dirigenti ministeriali e delle agenzie poste sotto il controllo dei ministeri entro 90 giorni dall'insediamento. Giacinto della Cananea, professore ordinario di diritto amministrativo italiano ed europeo all'Università Bocconi e componente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, ci spiega storia e limiti di questa pratica politica.

Quando e in quale contesto si è affermato per la prima volta lo Spoils system?
Lo Spoils System nasce negli Stati Uniti della prima metà dell'800, in un ordinamento profondamente diverso da quelli europei e in un momento di allargamento del Paese e nel quale si contrapponevano la visione accentratrice di Alexander Hamilton e quella incline al decentramento di Thomas Jefferson. Il cambiamento di tutta la macchina amministrativa dimostrò subito di avere effetti negativi, perché gli incarichi erano assegnati con logica clientelare e non meritocratica, tanto è vero che la definizione Spoils System ha tuttora connotazione negativa. Occorre però ricordare che negli Stati Uniti il potere del presidente è sottoposto al controllo del Senato e che, in generale, esiste un sistema di pesi e contrappesi che limita gli eccessi.

In Italia lo Spoils System viene introdotto nel 1998, con la riforma Bassanini della pubblica amministrazione. E' solo l'inizio, però, di un iter tormentato.
Bisogna innanzitutto dire che il primo mezzo secolo di vita repubblicana in Italia fu caratterizzato da un sistema in cui i più alti dirigenti dello Stato erano pressoché inamovibili, dal capo della Polizia al Ragioniere generale dello Stato, al Segretario generale della Farnesina e altre cariche ancora. Con il decreto Bassanini n. 80/1998 si introdusse un meccanismo di Spoils System limitato ad alcuni incarichi dirigenziali (che possono essere revocati o modificati entro 90 giorni dal voto sulla fiducia al governo), che venne successivamente ampliato con la legge Frattini (145/2002), che stabilì finanche la cessazione automatica degli incarichi dei dirigenti nominati nel periodo precedente (c.d. Spoils System una tantum).

A questo punto però entra in gioco la Corte Costituzionale, che giudica questa norma incostituzionale. Quali sono le motivazioni?
Con sentenza 103 del 2007, la Corte dichiarò incostituzionale la cessazione automatica di tutti gli incarichi dirigenziali con una serie di motivazioni, come il fatto che violasse il principio di continuità e che prescindesse da qualsiasi valutazione delle performance, senza che vi fosse alcun momento di contraddittorio. Ma va detto che se il Governo centrale ha spesso abusato (tutti gli ultimi governi da 25 anni in qua, con pochissime eccezioni) dello Spoils System, le Regioni hanno talvolta fatto peggio. Il Consiglio regionale del Lazio, per esempio, nel 2008 introdusse un sistema che prevedeva un risarcimento per i dirigenti rimossi, meccanismo tra l'altro molto oneroso per le casse regionali. Anche in questo caso intervenne la Corte Costituzionale.

I partiti giustificano il ricorso allo Spoils System con la necessità di avere una classe dirigente fidata. Per come viene impiegato, però, sembra spesso un modo per distribuire cariche. Quale sarebbe la soluzione migliore per il futuro?
Tutti ci lamentiamo della pubblica amministrazione. Di fatto, da 25 anni in qua non si scelgono più i dirigenti in base al merito e alla competenza. Siamo davanti a un bivio: o il governo Meloni continua su questo piano inclinato oppure ci si rende conto che questo sistema non ha prodotto una burocrazia stabile e qualificata. Lo Spoils System andrebbe sospeso per dare rilevanza alle performance e alla neutralità per gli incarichi più qualificati. Andrebbero create strade privilegiate per i giovani visto che il personale della pubblica amministrazione, tra le altre cose, ha un'età media molto avanzata.