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Se il tuo mentor e' un Ceo

, di Andrea Celauro
Quattordici studenti dei master of science Bocconi chiedono a 26 amministratori delegati, che partecipano al nuovo programma CEO Connect Your Executive Mentor, consigli su carriera, leadership ed errori da evitare

Claudio Colucci
China MIM
C'è una persona di cui si fida e a cui chiede consigli quando deve affrontare sfide estremamente complesse? Questa persona appartiene al suo ambiente di lavoro o alla sua rete informale?

Enrico Chiapparoli
Barclays
Ho una rete di poche persone selezionate a cui chiedo consiglio. Alcune appartengono al mio ambiente di lavoro e altre alla mia rete informale, perché punti di vista diversi permettono sempre un'analisi più approfondita di una situazione complessa. Alla fine, per la scelta finale, è sempre a mia moglie che chiedo consiglio.

Enrico Vita
Amplifon
Mi confronto regolarmente con amici stretti ed ex colleghi: i loro punti di vista esterni sono molto rivelatori sia in circostanze ordinarie che straordinarie. Oltre a questo, cerco costantemente il dialogo con il mio team. Ogni singolo membro del Leadership Team di Amplifon è un leader di grande talento e passione: scambiare opinioni con loro, lavorando sempre in squadra, è qualcosa su cui faccio sempre affidamento.

Camélia Cagnoli
Finance
Qual è il miglior consiglio sulla carriera che le è stato dato e quale il peggiore?

Fabrizio Gavelli
Danone
Il miglior consiglio sulla carriera che mi è stato dato è stato "quando ti senti troppo nella tua zona di comfort, è il momento di cambiare incarico". Rimanere nella propria zona di comfort significa cedere all'abitudine, smettere di fare domande, cercare nuove strade, accettare nuove sfide. In altre parole, smettere di crescere come persona e come professionista, smettere di andare avanti. Che in molti casi significa anche tornare indietro. Il peggiore è stato "pensa a breve termine, pensa all'aumento di stipendio". Le mie scelte professionali sono sempre state guidate da un obiettivo a lungo termine, l'ambizione di portare le mie passioni e i miei valori nel mio lavoro quotidiano. E sono felice di vedere che le giovani generazioni vedono sempre più il lavoro come un'opportunità per sviluppare i propri talenti e interessi e non solo come un'occasione per fare carriera: credo che questa sia la scelta vincente.

Elena Goitini
BNL
Sono, per carattere e per cultura, aperta al dialogo ed ancor prima all'ascolto, ritenendoli entrambi momenti essenziali nell'analisi di situazioni professionali e personali. Nella mia vita, quindi, ho sempre preso in grande considerazione i consigli, che sono stati occasioni per riflettere prima di agire. È forse per questo che faccio fatica a definire un consiglio buono o cattivo. Nelle mie scelte, prima nel percorso di studi e poi nel lavoro e nella carriera, ho potuto però sperimentare quanto siano stati utili – ed oggi più che mai validi ed attuali - i consigli che mi sono arrivati dalla mia famiglia: mi hanno sempre spinta ad essere coraggiosa nel perseguire ambizioni e sogni e a non avere paura del cambiamento, perché cambiare significa aprirsi a nuove opportunità; significa essere intelligenti, flessibili, vivi.


Leonardo D'Onghia - Double Degree con la Keio University di Tokyo
Come immagina il Ceo del futuro? Quali caratteristiche deve possedere?

Veronica Diquattro - DAZN
È una domanda importante che merita una riflessione che va al di là del ruolo e delle definizioni per concentrarsi sulla sostanza, soprattutto in un momento di cambiamenti costanti caratterizzati da nuove sfide e modalità diverse di misurarsi con esse. Una delle sfide più importanti del nostro tempo è quella di governare le incertezze e il Ceo deve essere in grado di farlo comprendendo le situazioni, il contesto, le persone. E, poiché non esistono più competenze definite e inattaccabili, è fondamentale che in questo percorso si abbia una mentalità aperta, di confronto, per la condivisione di idee, progetti ed obiettivi. In un contesto dove la tecnologia è già un elemento fondamentale delle aziende e del mercato, il Ceo del futuro deve saperla comprendere, adottare ed utilizzare al meglio, ponendo al centro il fattore umano, valorizzando le doti dei singoli, in un'ottica di diversificazione ed inclusione per favorire sempre di più l'innovazione. Il fattore umano infatti è e rimarrà sempre un elemento imprescindibile per il successo di ogni realtà aziendale.

Marco Gay - Digital Magic
Quando si ragiona del ruolo che deve avere il Ceo di un'azienda, soprattutto oggi, non si può dimenticare l'evoluzione che tutte, dalla startup alla grande impresa, stanno avendo, non solo riferito al cambiamento intrinseco del modello di business ma anche riferito al cambiamento del ruolo sociale dell'impresa. Il Ceo deve sempre più avere competenze anche soft, cioè la capacità di integrare le competenze verticali con quelle trasversali. Deve coltivare la leadership, quindi la capacità di guidare e di ispirare il proprio team verso gli obiettivi non solo industriali ma anche di impatto positivo per l'ecosistema in cui l'azienda opera, quindi con una doppia attenzione, sia verso gli shareholders, naturali destinatari dell'attività industriale, che verso gli stakeholder, per valorizzare l'azienda a 360°"


Walter Mulè - Economics and Management of Governments and International Organizations
Se potesse tornare indietro nel tempo, cosa consiglierebbe a un neolaureato come primo lavoro? Andare in una startup o in una grande azienda?

Alberto Calcagno - Fastweb
Allenare costantemente i muscoli dell'ambizione, del coraggio e della contaminazione con gli altri. Questi i miei consigli ad una ragazza o a un ragazzo neolaureati che si stanno affacciando al mondo del lavoro.  Essere ambiziosi ponendosi obiettivi sempre più sfidanti per migliorarsi giorno dopo giorno. Essere imprenditori di se stessi e avere sempre coraggio nelle decisioni che prenderanno fuori e dentro l'azienda.  Essere il più possibile aperti e disponibili a imparare cose nuove, a lasciarsi contaminare positivamente dalle altre persone. Queste sono infatti le capacità che più faranno la differenza e che saranno determinanti per far crescere le aziende, piccole o grandi che siano. Perché, in questo modo, il futuro sarà davvero nelle loro mani. 

Paolo Rigamonti - Mars Italia
Credo che ciò che conta davvero sia la qualità dell'esperienza, l'opportunità di imparare ed essere sostenuti nel proprio sviluppo personale, così importante all'inizio della carriera così come per crescere e progredire in futuro. Quindi, a questo proposito, la cultura dell'azienda è qualcosa da considerare e la guardo in due modi: 1) I valori e i principi dell'azienda sono in risonanza con me, vedo una corrispondenza con ciò che sono; 2) la cultura aziendale mette al centro la leadership delle persone: sviluppo personale, impegno, salute e benessere, inclusività. Questi sono gli ingredienti chiave nella mia opinione personale. Inoltre, non dimenticare mai che la passione, l'impegno, la volontà e l'agilità/curiosità di apprendimento sono il motore essenziale per iniziare una brillante carriera!

Rafael Pintro Schmitt - Economic and Social Sciences
Qual è la parte più difficile dell'essere un amministratore delegato? A volte, vorrebbe aver scelto una carriera diversa?

Alessandro D'Este - Ferrero
I momenti più difficili sono stati quelli di incoerenza tra gli obiettivi assegnati e le risorse disponibili, quelli di molteplici vincoli che portavano a una situazione di blocco, quelli che mettevano i miei uomini in una situazione critica, di difficoltà, di probabile sconfitta. Invece, di fronte a pressioni che avrebbero potuto compromettere i miei valori, non ho avuto difficoltà a scegliere la strada giusta, pagando personalmente questa scelta. Nessun rimpianto in questi (rari) casi. Mi sono guardato allo specchio, ho raccolto le mie forze e sono ripartito, con più determinazione. Credo che la capacità di porsi domande e di avere dubbi sia essenziale per svolgere efficacemente il compito di guidare organizzazioni complesse. Molte volte mi sono chiesto se un'altra carriera sarebbe stata più corretta. Altrettante volte ho concluso che questo è il lavoro che mi piace, in cui mi sono realizzato e che, probabilmente, mi si addice di più.

Jean Obeid - Cyber Risk Strategy and Governance
Quali sono le competenze (soft e hard) che i nuovi laureati dovranno avere per avere successo quando entreranno nel mercato del lavoro dopo la pandemia?

Matteo de Brabant - Jakala
La pandemia ha accelerato una serie di trend che stavano già cambiando, a partire da una maggiore accettazione di un modo di lavorare e vivere diverso rispetto a prima. C'è più sensibilità verso alcuni temi, più equilibrio tra vita professionale e lavorativa, abbiamo la possibilità di esprimere noi stessi con maggiore libertà. Il percorso di studi in Bocconi offre molte opportunità. I giovani che entrano nel mondo del lavoro devono inseguire il loro sogno, esprimere al meglio le loro capacità di fare impresa e generare valore, senza rinunciare ad essere sé stessi.

Massimo Giordano - McKinsey & Company
I talenti del futuro saranno professionisti con competenze tecniche altamente qualificate, soprattutto negli ambiti che stanno trainando la trasformazione in corso: digitale e sostenibilità. Esperti di advanced analytics, digital marketing e di energie rinnovabili saranno tra le figure più richieste dal mercato e sarà quindi importante sviluppare queste skill. Non dobbiamo però dimenticare che, a essere veramente premianti, saranno qualità come la capacità di innovare e innovarsi, di cambiare e adattarsi a un mondo in continua evoluzione. In questo senso, un profilo che coniughi discipline scientifiche e umanistiche, competenze hard e soft, potrà fare la vera differenza nel nuovo mondo del lavoro.

Francesco Toti - Economic and Social Sciences
Se ritornaste a essere studenti universitari, qual è un errore che cerchereste assolutamente di evitare?


Bernadette Bevacqua - Henkel Italy
Farei sicuramente un'esperienza di studio all'estero e mi dedicherei ad attività extra no profit di mio interesse (i.e. tema diversity).

Matteo Manfredi - Houlihan Lokey
Ci sono due cose che mi sento di consigliare, anche se non li definisco necessariamente "errori". In primo luogo, cerca di capire che tipo di lavoro ti piacerebbe fare. La tua vita professionale sarà guidata anche dalle opportunità che ti si presenteranno, ma è altrettanto importante pensare a quale sarebbe il tuo percorso desiderato nell'ambiente professionale. In secondo luogo, goditi il tuo tempo all'università, dove puoi scegliere quali sono le materie che vuoi studiare. Non sarà l'ultima occasione per valorizzare il tuo "capitale intellettuale", ma è un momento molto importante per farlo, coerentemente con il primo punto e indipendentemente da qualsiasi altro vincolo.

Tiago Guardão – Finance
Come affronta gli errori (suoi e degli altri)?


Francesco Cardinali - JP Morgan
Una carriera di successo è un percorso a lungo termine, raramente lineare, durante il quale possono verificarsi degli errori.  Affrontare gli errori tempestivamente e con trasparenza è la chiave: riconoscerli, capire le cause e le conseguenze, così come scusarsi sono tutti passi importanti per l'individuo e l'organizzazione. Inoltre, in un'organizzazione come la nostra basata sul lavoro di squadra e sulla leadership, puntare il dito non è un'opzione. Gli errori diventano opportunità preziose per imparare, adattarsi e crescere.   

Cristina Scocchia - KIKO
Gli errori fanno parte di qualsiasi processo di apprendimento. Non credo che a nessuno piaccia fare errori, a me certamente no, ma l'unica cosa produttiva che si può fare con gli errori è imparare da essi. Sono anche un segno che si sta cercando di espandere i propri orizzonti, che è sempre uno stato d'animo in cui trovarsi. La competenza ci permette di evitare gli errori, ma la competenza è un prodotto della ripetizione, non dell'apprendimento. L'apprendimento richiede errori da noi e dagli altri, è un'espressione di noi che cerchiamo continuamente di evolvere al di sopra e oltre la nostra zona di comfort. Quindi cerco di non essere troppo dura con me stessa o con il mio team per gli errori, ma mi assicuro di capirli bene per evitare di fare gli stessi errori in futuro.

Alessandra Pittaccio - Economics and Management in Arts, Culture, Media and Entertainment
Come fa a bilanciare la sua intensa vita lavorativa con quella personale?

Silvia Bagliani - Mondelēz
Prima di tutto, credo che sia importante essere chiari sulle proprie priorità ed essere onesti nell'identificare quanto si può forzare in termini di carriera e famiglia. Le decisioni diventano meno stressanti quando siamo chiari su ciò che conta di più per noi. MondelÄ“z International ha sempre avuto un forte impegno a creare un ambiente di lavoro inclusivo che offre abbastanza flessibilità per essere un genitore solidale e coinvolto. Questo mi ha sempre permesso di essere presente per i momenti più importanti della mia famiglia, pur gestendo il mio lavoro in modo più flessibile quando necessario. Anche una grande squadra al lavoro e una buona organizzazione a casa, con un aiuto fidato, hanno reso possibile godere di una carriera appagante e di una famiglia meravigliosa.

Serena Porcari - Dynamo Academy
Qualcuno potrebbe sostenere che l'equilibrio tra lavoro e vita privata del Ceo è un mito assoluto, beh, può essere. Io credo che sia una questione di provare, fallire, imparare continuamente e alla fine avere successo. Si tratta di perseguire ciò che ti fa sentire veramente te stesso, al lavoro e a casa. Naturalmente, questo significa essere in grado di gestire le aspettative che gli altri possono avere su di te o che tu senti che gli altri abbiano. Tuttavia, essere onesti con noi stessi è il modo per gestire questo equilibrio. Non credo nelle regole prefissate, né nelle percentuali prestabilite di tempo da dedicare all'uno o all'altro. Condividerò quindi ciò che ho sperimentato che funziona per me, per il momento, e che posso riassumere in due punti. Primo: la flessibilità, certamente organizzare il lavoro è molto importante, tuttavia, bisogna sempre essere in grado di affrontare l'imprevisto e riorganizzare la vita professionale e personale intorno ad esso. Concedersi la flessibilità si traduce immediatamente nel concedere flessibilità alle persone, costruendo un team in cui gli altri attori si impegnano per i risultati, non solo per i processi e ognuno è in grado di dare e ridare priorità in base alle mutevoli esigenze sul lavoro e a casa. Secondo: sistemi di supporto, sia nella vita personale che nel lavoro, bisogna essere in grado di delegare compiti, far assumere responsabilità alle persone e generare una rete solida in modo che ci sia sempre qualcuno in grado di intervenire per essere d'aiuto e nessuno, compreso te stesso, si senta lasciato solo. Bene, queste sono le mie strategie di coping, sempre curiosa di imparare di più su come gli altri cercano di essere al top del loro gioco.

Maria Chiara Bricoli - Economia e legislazione per l'impresa
Sicuramente per ricoprire un ruolo del genere, una delle caratteristiche attualmente richieste ad un Amministratore Delegato è quella di rimanere sempre al passo con i tempi. Secondo il Suo punto di vista, dunque, quale valore aggiunto oggi un Ceo può effettivamente apportare al business e in particolare, in un'ottica futura, che peculiarità dovrà possedere per riscontrare sempre più successo?

Marco Travaglia - Nestlè
Già oggi (e con il passare degli anni sempre di più) bisogna essere pronti a cogliere immediatamente i cambiamenti del mercato, gli stimoli provenienti dal mondo esterno e amalgamarli in maniera diversa per costruire qualcosa di nuovo. La mia passione per la musica mi ha portato a paragonare il lavoro del Ceo a quello dell'arrangiatore musicale: entrambe le figure costruiscono le loro idee interpretando in maniera creativa gli stimoli esterni con l'obiettivo di ideare qualcosa che agli occhi degli altri non esiste ancora. Per questo motivo, il Ceo oggi deve avere una grande capacità di ascolto, di connessione con l'esterno ed essere pronto a captare e interpretare il grande ecosistema di segnali che ci circonda per trasformarlo in una visione di business innovativa e coerente con gli sviluppi del mercato. Ma non solo: così come l'arrangiatore musicale mette insieme i suoni, le note e i diversi strumenti della sua orchestra per comporre una base musicale che funzioni, il Ceo deve saper ascoltare con interesse le voci, i bisogni e i punti di vista dei dipendenti osservando tutto ciò che accade all'interno dell'azienda per costruire un ambiente aperto al dialogo e allo scambio di idee che naturalmente porterà a prendere decisioni migliori. Essere curiosi e saper ascoltare sono le due peculiarità che contraddistinguono il lavoro del Ceo oggi, saper prendere decisioni e saper orientare l'azienda sono altre due peculiarità altrettanto importanti che arrivano conseguentemente all'ascolto e all'osservazione di tutto ciò che accade sia esternamente che internamente all'azienda.

Giovanni Pietro Viani - Oliver Wyman
Mentre torniamo alla nuova normalità, i laureati che entrano nel mercato del lavoro devono abbracciare il nuovo equilibrio tra la realtà lavorativa virtuale e quella in persona, che è certamente qui per rimanere. A questo scopo devono migliorare le loro soft skills, oltre alle loro conoscenze tecniche. Flessibilità, spontaneità e disciplina saranno fondamentali per porre le basi di una carriera fiorente, così come la capacità di lavorare bene in team virtuali e fisici, e allo stesso tempo di auto-organizzarsi e progredire in modo autonomo. Il successo si baserà su interazioni personali aperte ed efficaci, e sulla capacità di ascoltare e cooperare, e di sfruttare ogni opportunità di passare del tempo insieme di persona, per accelerare un processo creativo che permetta alla squadra di generare le idee innovative e rivoluzionarie che raramente emergono in ambienti virtuali.

Ann-Christin Holl - Economics and Management of Governments and International Organizations
Come inizierebbe la sua carriera oggi se potessi rifare tutto da capo?

Edoardo Caovilla - René Caovilla
Oggi punterei di certo ad avere una preparazione e una frequentazione estera molto spiccata. Il mondo si sta polarizzando, i mercati sono e saranno sempre di piu, quasi unicamente, quello americano e quello cinese. La frequentazione della silicon valley è un must perché li nascono le innovazioni che cambiano il mondo e li si impara l'importanza della sostanza sulla forma.
Il mondo sta andando in una direzione precisa, meno oggetti e più esperienze, meglio condividere che possedere, i valori etici contano più del riconoscimento materiale. Imparerei il cinese di certo, oltre ad inglese e spagnolo il resto sono lingue con il destino segnato. Cercherei sempre una maniera per connettere il bello, la cultura (di ogni genere) che abbiamo in Italia con il resto del mondo che ci ama ed invidia, ma senza per questo rimanere ammaliati (e inerti) dalla sua bellezza Il meglio oggi giorno si esprime tra i 16/17 e i 30anni il dopo... ne è una conseguenza. Buon fortuna ed in bocca a l lupo!

Lorenzo Potecchi - SC Johnson
Guardando questa domanda i miei primi pensieri sono stati: Forse non sono sicuro che sceglierei di nuovo il settore FMCG, ma a parte questo, credo ancora che sia un settore fantastico che si è incredibilmente sviluppato in questi anni ed è ancora fiorente. Quando guardo ai passi della mia carriera, penso di essere stato davvero fortunato con le opportunità che ho avuto e non c'è davvero nulla che farei diversamente. Ho iniziato nelle vendite al livello più basso della scala gestendo i negozi emergenti dei primi anni '90 (gli ipermercati), e ho avuto la possibilità di passare attraverso varie posizioni nelle vendite, trade marketing e marketing che mi hanno aiutato a costruire una forte competenza commerciale. Ho vissuto in diverse città uscendo sempre dalla mia zona di comfort, ho avuto ruoli locali e di area (europei), così come ho sperimentato diversi settori (Non-Food e Food) e ho lavorato per una vera multinazionale americana e una grande multinazionale svizzera, quindi Always Humble yet Hungry.

Francesca Sofia Cocco - Management
Le aziende sono il nostro campo di studi durante gli anni dell'università. Oggi il suo case study sono io. Come mio mentor come imposterebbe il "lavoro" su di me?


Riccardo Mulone – UBS
"Se puoi sognarlo, puoi farlo." - Walt Disney
Un percorso basato su dialogo e fiducia che possa aiutarti a far emergere il talento e sviluppare quelle competenze professionali, ma non solo, che ti accompagneranno verso e nel mondo del lavoro. Sarò pronto a rispondere alle tue domande condividendo esempi pratici di business e momenti di vita lavorativa vissuta per insegnarti a pensare "fuori dagli schemi", ma soprattutto trasferirti quella passione e determinazione che mi appartengono e che possono essere la chiave vincente per la nuova avventura che ti aspetta. Last but not least, spero di rimanere un punto di riferimento e di ispirazione anche dopo un tuo stabile inserimento nel mondo del lavoro: le tue soddisfazioni e successi futuri saranno anche per me motivo di orgoglio!

Federica Tremolada – Spotify
In questo percorso non vedo un Ceo da una parte e uno studente dall'altra; vedo prima due persone, una con più esperienza nel mondo del lavoro dell'altra, che devono prima conoscersi e fidarsi l'una dell'altra. Quindi, vorrei capire chi è veramente il mio mentee, a livello umano, temperamentale e personale, per poi iniziare ad affrontare le questioni relative alla carriera e al futuro professionale. Questo mi sembra il modo migliore per iniziare un dialogo sincero, trasparente e fiducioso. Al centro della discussione, poi, metterei il tema della "passione"; capire cosa ti piace davvero, qual è il vero motore della tua ambizione, anche passando attraverso l'aneddoto e lo scambio di esperienze personali, e non negando mai le difficoltà vissute lungo tutto il percorso di crescita.

Cansu Sut - Economic and Social Sciences
Come mentore, quale sarebbe il suo consiglio per costruire e mantenere una rete?


Aldo Bisio – Vodafone
Ho sempre creduto nella costruzione di relazioni professionali che fossero soprattutto autentiche e anche profonde relazioni umane. Basate su fiducia reciproca e ancora di più sull'apprendimento reciproco. Avere un sistema di relazioni è importante. Non tanto "per avere accessi privilegiati", ma per migliorarsi e confrontarsi con punti di visuale diversi. In questo sta la ricchezza del vostro network personale; nella molteplicità e non nella sovrapposizione. Non cercate il "tifo organizzato" a sostegno di voi stessi, ma andate dietro le opportunità di uno scambio profondo e leale di esperienze e di idee. Questo costruirà reti solide nel tempo, in cui sarete chiamati a dare molto e a ricevere ancora di più...

Luca Colombo – Facebook
Costruire e mantenere una rete è considerata da molti una qualità e una virtù. Mentre alcune persone hanno una tendenza più naturale a coltivare e sviluppare i contatti, altre possono aver bisogno di un approccio più strutturato. Indipendentemente dai punti di forza e dalle attitudini di una persona, è indiscutibile che connettersi con gli altri genera valore, sia in contesti personali che, ancora di più, negli affari.
A mio parere, alcuni elementi e passi fondamentali per costruire e mantenere una rete sono i seguenti:
1) Definisci bene i tuoi obiettivi e scegli, di conseguenza, le persone con cui vuoi costruire una connessione.
2) Dedicare attenzione e tempo per costruire e nutrire le tue relazioni. Questo richiederà una pianificazione in anticipo e non dovrebbe essere considerata un'attività per il tempo libero.
3) Seguire e non pensare che un primo contatto o incontro sia sufficiente. Controllare la tua rete di contatti è importante quanto incontrarli.
In sintesi, è fondamentale non trascurare l'importanza di queste attività, pianificandole con cura e dedicando abbastanza energia e tempo affinché diventino una leva fondamentale per il proprio sviluppo personale e professionale".

Tomas Novak - International Management
A volte, quando guardo la carriera dei leader di successo, sembra che fossero destinati ad occupare le loro posizioni già dall'inizio. Come è stato nel suo caso? Ha sempre desiderato essere un amministratore delegato?


Francesca Bellettini - Saint Laurent
Fin da quando ero piccola sognavo di essere alla guida di un'azienda e sono stata estremamente fortunata ad avere il costante supporto della mia famiglia, che mi ha incoraggiata ad inseguire i miei sogni e a lavorare intensamente per raggiungerli. È importante non essere impazienti quando si tratta di pianificare la propria carriera. L'ambizione non deve mai compromettere i valori in cui crediamo spingendoci a prendere delle scorciatoie. Soddisfare le curiosità e tenere viva la voglia di imparare dagli altri permette di continuare a migliorare, crescendo. Non smettere mai di imparare nella propria vita e da ogni esperienza consente di costruire il futuro ogni giorno, impegnandosi con dedizione passione e soprattutto fiducia e ottimismo.