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Se ci saranno, agli europei arrivero' in cyclette

, di Davide Ripamonti
Per Alberto Mondazzi, studente Cleam e campione italiano Under 23 di 5 mila metri e mezza maratona, allenarsi per un obiettivo preciso e' importante, ma impossibile in tempi di pandemia. Diventa quindi fondamentale porsi piu' traguardi, uno dopo l'altro

Se sei solo uno studente, le cose si complicano, ma non troppo. Cambiano le modalità, a volte le tempistiche, ma gli obiettivi restano gli stessi. Ma se sei anche un atleta di interesse nazionale, campione italiano Under 23 dei 5.000 metri e della mezza maratona, pronto a spiccare il salto definitivo nell'atletica dei grandi, allora è diverso. Alberto Mondazzi, brianzolo di Cabiate, studente iscritto al terzo anno del Cleam e a soli due esami dalla laurea, si allena in casa per un obiettivo che forse svanirà, gli Europei assoluti del prossimo agosto a Parigi: "Per quanto riguarda l'università tutto procede per il meglio. La situazione grave e imprevista che ci è piovuta addosso è stata affrontata bene con le lezioni in distance e fra poco potrò dedicarmi completamente alla tesi. Invece per l'atletica è tutto più incerto. In questo preciso istante i Campionati europei sono ancora previsti", dice Alberto, "ma vedendo quanto accaduto per alcuni importanti eventi in calendario, dalle Olimpiadi agli Europei di calcio e molti altri ancora, le probabilità che vengano cancellati sono molte". Alberto lo sa ma al momento tira dritto come se il traguardo fosse lì, alla portata. Ma nascondere la verità a se stessi non è facile, così come mantenere alte le motivazioni.

"Qualificarmi per gli Europei è il traguardo per il quale mi preparo da mesi, avere un obiettivo così importante davanti aumenta le motivazioni e l'intensità degli allenamenti. Dovesse svanire dovrei rivedere i miei programmi". Gli allenamenti, dopo le dichiarazioni del premier del 1° aprile, non sono più possibili in pista o in palestra, nemmeno per atleti di questo livello. Bisogna organizzarsi in casa, con quello che si può. "Premesso che io avevo già smesso di frequentare il centro sportivo perché la salute è il bene primario, adesso l'unica cosa che posso fare è allenarmi alla cyclette, rispettando i programmi del mio allenatore. Per un atleta da lunghe distanze forse il danno è minore rispetto ai velocisti, per loro è più difficile mantenersi in forma senza poter scendere in pista". Alberto vede nel suo futuro le gare lunghe, mezza maratona, nella quale ha conquistato il titolo italiano Under 23 a febbraio, proprio poco prima che il coronavirus bloccasse l'attività, e successivamente anche la maratona. Senza mollare del tutto i 10.000 in pista. Programmi spostati verso l'autunno, se l'europeo dovesse davvero saltare. "A settembre c'è una mezza maratona a Copenaghen, e vorrei farla. Altrimenti cercherò qualche gara più in là", continua Alberto, "ma fare tabelle precise è davvero difficile".

Per quanto riguarda l'aspetto psicologico, Alberto Mondazzi ha il sostegno del suo allenatore, "che mi sprona ad andare avanti rispettando i programmi d'allenamento", ma anche quello di un gruppo di amici e colleghi con i quali è in costante contatto: "Sono atleti come me, con le stesse problematiche, le stesse difficoltà e gli stessi obiettivi. Sentirci ci fa bene e ci aiuta a rimanere concentrati".