Contatti
Opinioni

Riuscira' l'ERC a sconfiggere il paradosso europeo?

, di Stefano Breschi e Andrea Fosfuri - ordinari presso il Dipartimento di management e tecnologia
Uno studio evidenzia come le ricerche finanziate dall'European Research Council abbiano piu' probabilita' di ispirare invenzioni rispetto a quelle non finanziate. Per sfatare il mito di un'Ue incapace di trasformare la ricerca di innovazione serve pero' anche un ambiente favorevole

Quanto è efficace l'Europa nel trasferire i risultati della ricerca scientifica in innovazioni tecnologiche? Il cosiddetto «paradosso europeo» è la congettura secondo cui la quantità e la qualità della produzione scientifica nell'UE è comparabile a quella dei suoi principali concorrenti internazionali, in primo luogo gli Stati Uniti, tuttavia sconta un forte ritardo nel trasformare i risultati di tale eccellenza scientifica in innovazioni e conseguentemente in un vantaggio competitivo. Negli ultimi anni, questo ritardo si è tradotto in un numero molto più piccolo di "unicorni" e giganti tecnologici rispetto al Nord America e l'Asia. L'idea che esista un paradosso europeo di questo tipo non è nuova: il termine è stato coniato per la prima volta nel Libro verde sull'innovazione, pubblicato dalla Commissione europea nel 1995.
L'esistenza stessa di un paradosso di questo tipo è stata però messa in discussione da diversi studiosi, secondo i quali la premessa del paradosso non sarebbe valida. In altre parole, la qualità della ricerca europea non sarebbe paragonabile a quella prodotta da paesi quali Usa e Uk. Il problema dell'Europa, quindi, non sarebbe di non saper trasformare la ricerca in innovazioni, ma di non produrre ricerca di qualità.

Nel frattempo, riconoscendo l'importanza strategica della scienza come motore del vantaggio competitivo sulla scena internazionale e motivata da critiche come quella accennata, la Commissione Europea ha istituito nel 2007 il Consiglio Europeo della Ricerca (ERC). La missione di questa agenzia è quella di sostenere ricerca scientifica di eccellenza e di frontiera attraverso l'erogazione di finanziamenti a ricercatori individuali. Ad oggi, sono stati finanziati oltre 14.000 progetti per un importo complessivo di oltre 25 miliardi di euro.
Malgrado questo imponente sforzo, sappiamo ancora relativamente poco circa il suo reale impatto economico. In quale misura possiamo ancora parlare di un paradosso europeo anche rispetto a ricerca scientifica di reale eccellenza, quale quella finanziata da ERC?
Per rispondere a questa domanda, in un recente lavoro abbiamo raccolto dati sulla produzione scientifica di tutti i progetti finanziati da ERC. Per comprendere l'impatto di questa ricerca scientifica sull'attività innovativa abbiamo poi utilizzato dati di brevetto. L'idea è che l'impatto di un articolo scientifico sulle attività innovative possa essere misurato dal fatto che venga citato come «prior art» in brevetti di invenzione.
I risultati ottenuti sono abbastanza significativi. Gli articoli scientifici prodotti da ricerche ERC hanno una maggiore probabilità di essere citati da brevetti, rispetto ad articoli di qualità comparabile ma prodotti da ricercatori europei non finanziati da ERC. Inoltre, i brevetti che si basano su articoli scientifici da ricerche ERC corrispondono a invenzioni di maggiore qualità, misurata dal numero di citazioni che questi brevetti ricevono da altri brevetti. In sintesi, le pubblicazioni che originano da progetti ERC hanno una maggiore probabilità di inspirare invenzioni con un potenziale tecnologico e commerciale significativo.

A fronte di queste note positive, occorre però sottolineare un aspetto più preoccupante. La domanda che ci siamo posti è: quali sono i soggetti che maggiormente sfruttano i risultati della ricerca ERC per innovare e dove sono localizzati? La risposta a questa domanda è che l'attività inventiva che si ispira e utilizza i risultati della ricerca finanziata da ERC si concentra soprattutto tra le università localizzate negli Stati Uniti. Questo risultato suggerisce che gli Stati Uniti dispongono di un ambiente più favorevole all'assimilazione e allo sfruttamento della ricerca scientifica di alto livello per l'innovazione.
Tornando al paradosso europeo, il nostro lavoro sembra suggerire che anche laddove l'Europa sia in grado di produrre ricerca scientifica eccellente, vanno potenziati i meccanismi e le capacità per tradurre questa ricerca in innovazioni e quindi vantaggio competitivo, soprattutto se paragonata agli Stati Uniti. Con questa logica, è stato istituito nel 2021 l'European Innovation Council (EIC) che, con un budget di circa 10 miliardi di euro, sostiene innovazioni dirompenti lungo l'intero ciclo di vita, dalla ricerca iniziale, alla dimostrazione di concetto, al trasferimento tecnologico, al finanziamento e alla crescita delle aziende. Possiamo definitivamente abbandonare il paradosso europeo? Lo scopriremo in futuro.