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Rischio valanga

, di Brunella Bruno - ricercatore presso il Dipartimento di finanza
Il post Covid potrebbe ricreare un effetto valanga con un aumento repentino dei crediti deteriorati. Le banche oggi sono piu' attrezzate per arginare una nuova massa di NPL ma stara' all'abilita' del banchiere saper combinare le diverse strategie in modo efficace

Negli ultimi anni, il tema dei crediti deteriorati o non-performing loans (NPL) è stato oggetto di grande interesse da parte delle autorità europee. La rilevanza "macro" del fenomeno è un elemento di novità rispetto a una problematica tradizionalmente circoscritta al livello della singola banca. La tecnica bancaria insegna infatti che la gestione dei crediti deteriorati è l'ultima fase di un processo che ha inizio con l'attività di istruttoria di fido, dunque ancora prima della concessione del credito e dell'assunzione del rischio da parte della banca. Una fase, tuttavia, che dovrebbe avere il carattere della straordinarietà, essendo i crediti di norma rimborsati nei tempi e nei modi previsti dal contratto.
Al contrario, ciò che ha reso il tema degli Npl oggetto di dibattito istituzionale è stata la dimensione abnorme del fenomeno: nel 2016, le grandi banche europee sotto la supervisione della Bce detenevano circa mille miliardi di euro di prestiti deteriorati, una cifra pari a circa il 9% del Pil e il 6% dei prestiti dell'area dell'euro. Di questo importo, un terzo era detenuto dalle banche italiane. Come noto, un sistema bancario sano è precondizione per garantire efficacia nella trasmissione degli impulsi della politica monetaria ed efficienza nell'allocazione delle risorse. In un sistema fortemente interconnesso, la presenza di elevati volumi di Npl è fonte di molteplici minacce, tra le quali il fatto che la crisi di una banca può avere effetti devastanti su tutto il sistema bancario e su un'intera economia.

Negli ultimi anni le contromisure a salvaguardia della stabilità delle banche e delle imprese sono state numerose e di varia natura, nella consapevolezza che la soluzione al problema degli Npl dovesse essere composita. Alle banche è stato chiesto di rafforzare, secondo linee guida predefinite, le modalità di gestione, classificazione e rettifica dei crediti. A livello istituzionale, si è intervenuti per rendere più efficiente il recupero giudiziale dei crediti. Si sono create le premesse per sviluppare un mercato secondario finalizzato a uno smaltimento più rapido delle posizioni deteriorate. Il risultato è che, a marzo del 2020, il volume degli Npl detenuti dalle banche dell'area dell'euro si è quasi dimezzato rispetto al valore citato in precedenza e la quota dei prestiti deteriorati sul totale si è ridotta al 3%.
La pandemia ha nuovamente riportato l'attenzione sul tema dei crediti deteriorati. Il rischio, paventato dalla stessa Bce, è che gli Npl possano raggiungere volumi addirittura superiori a quelli registrati nel recente passato. Il timore è motivato non solo dalla fase economica recessiva ma anche dai potenziali effetti indesiderati di alcune misure messe in campo dalla primavera del 2020 a supporto di banche e debitori.

La moratoria, in particolare, potrebbe favorire una cultura del mancato pagamento anche tra debitori sani, o rendere oggettivamente più difficoltosa l'attività di monitoraggio e classificazione del rischio svolta dalle banche, con il risultato che, una volta conclusasi la misura, le banche potrebbero dover fronteggiare un aumento repentino di crediti deteriorati (effetto valanga).
Da una prima analisi dell'Eba sull'utilizzo delle moratorie, emerge una situazione per certi versi meno preoccupante del previsto, almeno sul fronte della capacità delle banche di monitorare, riclassificare e accantonare risorse a fronte delle aumentate perdite attese. Rimane ovviamente il monito di presidiare il rischio di credito in tutte le sue fasi, dalla concessione fino alla gestione delle posizioni deteriorate. A quest'ultimo riguardo le strategie sono molteplici e dipendono dalle caratteristiche non solo dei crediti, ma anche delle banche. Soluzioni interne possono combinarsi ad altre in cui il recupero è affidato a società specializzate, senza escludere il caso estremo della vendita di singole posizioni o di interi portafogli. Costi e tempi del recupero saranno diversi, come pure l'impatto sui bilanci bancari. L'abilità del banchiere starà nel combinare le diverse strategie in modo efficace, senza trovarsi costretto a percorrere soluzioni subottimali.