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Quel terrazzo della Banca d'Italia

, di Davide Ripamonti
Valorizzare i differenti tipi di ricerca e coinvolgere gli alumni tra gli obiettivi di Elena Carletti, nuova prorettrice alla ricerca. Che e' pronta ad accogliere nuove idee per portare la Bocconi sempre piu' in la'

Si è laureata in Bocconi nel 1993 (master in Economics nel 1994) e vi è tornata solo nel 2013 come professoressa ordinaria presso il Dipartimento di finanza. Nel mezzo, oltre al Ph.D alla London School of Economics, esperienze in Germania, Mannheim e Francoforte, poi il rientro in Italia, all'Istituto Universitario Europeo a Firenze. Una passione per il mondo delle banche, all'intersezione fra economia e finanza, forse scritta nel destino visto che, come lei stessa racconta, "sono nata a La Spezia proprio davanti alla sede locale della Banca d'Italia. Dal terrazzo di casa mia guardavo il loro. E mi vedevo in futuro parte di quel mondo". Elena Carletti è la nuova prorettrice alla ricerca, un ambito sempre più centrale nelle sfide del presente e del futuro per l'ateneo di via Sarfatti. Ma, anche, uno degli ambiti in cui l'Università negli ultimi anni ha fatto passi in avanti da gigante, diventando uno dei centri d'eccellenza a livello europeo. Un compito estremamente delicato ma anche stimolante: "Ci sono essenzialmente due tipi di ricerca", spiega Elena Carletti, "una più metodologica l'altra più applicata, che hanno pari importanza e dignità. Mio compito sarà valorizzare questa ricerca, assegnare premi e incentivi, occuparmi delle domande di Grant e delle riviste su cui pubblicare le nostre ricerche". Ma non solo. Perché la ricerca dovrà entrare sempre più nelle aule e invadere il mondo esterno. "In particolare per quanto riguarda la ricerca applicata dobbiamo coinvolgere sempre più il mondo degli alumni, che hanno dimostrato un notevole interesse. E voglio anche cercare di capire meglio l'impatto che le nostre ricerche hanno". Questo anche alla luce della notevole complessità che la nascita di nuovi dipartimenti, come quello di computing sciences, comporta: "L'eterogeneità della ricerca è importante, il ruolo del prorettore sarà anche capire come valutare questi nuovi ambiti".

Oltre che per la sua reputazione scientifica, Elena Carletti è stata scelta perché non vive nella torre d'avorio in cui spesso molti scienziati puri amano rinchiudersi: "Io non vivo solo di ricerca", spiega, "partecipo a comitati istituzionali e consigli d'amministrazione, per me la ricerca è stato soprattutto un modo per entrare in diretto contatto con il mondo. E sono sicuramente molto aperta ad ascoltare e ad accogliere nuove idee di come valorizzare la ricerca sia all'interno che all'esterno della nostra università. La Bocconi è diventata negli anni una vera research university, a me spetta il compito di farle compiere un ulteriore salto in avanti".