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Quel no che ha cambiato la sua carriera
Una carriera iniziata con un no. Dalla frustrazione per non aver superato il test di ammissione a medicina, la strada che aveva immaginata per lei, “durata un po’, anche quando avevo già iniziato a frequentare biologia all’Università di Roma Tor Vergata”, racconta Federica Gasbarro, 30 anni, divulgatrice scientifica sui temi della sostenibilità ambientale, “all’illuminazione ricevuta assistendo a un workshop su tematiche ambientali, di quelli che si frequentano essenzialmente perché danno dei crediti. Ma che in realtà mi ha cambiato la vita, facendomi capire che avrei potuto essere d’aiuto agli altri impegnandomi su un tema, quello del cambiamento climatico, molto dibattuto e che divide l’opinione in fazioni. Nonostante l’evidenza, mi verrebbe da dire”. E’ l’inizio di un percorso che, una volta conseguita la laurea in biologia, la porta a frequentare il Master in Sustainability and Energy Management alla Bocconi, “perché il tema dei cambiamenti climatici è strettamente connesso al modo in cui si produce l’energia e, quindi, a quello degli investimenti e della finanza. Era una parte di competenze che mi mancava e che volevo colmare”. Contemporaneamente Federica inizia il suo impegno di attivista, che la porta, grazie ad un progetto legato alla realizzazione di un fotobioreattore a microalghe per abbattere l'anidride carbonica in città, nel 2019 a essere scelta dalle Nazioni Unite per rappresentare, come unica italiana, i giovani del suo paese per il clima. Due anni più tardi, nel 2021, a seguito di un concorso lanciato dal Development Programme delle Nazioni Unite e dal governo italiano, è chiamata a rappresentare i giovani italiani nei lavori di pre-COP26 e COP26 (conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite) a Glasgow e negli eventi di Youth4Climate. “Grazie anche a questo impegno i giornali hanno cominciato a scrivere di me, mi si sono aperte tantissime porte e ho continuato a portare avanti il mio lavoro di divulgazione anche sui social oltreché nelle aziende”, racconta Federica.
E qui si apre un tema delicato: la credibilità. Come fare a essere credibili parlando di tematiche “di moda” e su cui troppi si esprimono? “Questo è un tema importante. Ricordo in epoca covid, quando tutti si improvvisavano virologi veicolando informazioni spesso sbagliate. Quello che è più importante, in questi casi”, prosegue Federica Gasbarro, “è il tuo background. E poi, quando parli, il tuo ragionamento deve essere suffragato da numeri e dati”. Il tema ambientale, e dei cambiamenti climatici in particolare, coinvolge le generazioni attuali, che devono porre in atto da subito misure responsabili ed efficaci, e quelle future. In linea teorica tutti o quasi si dicono disposti a impegnarsi per l’ambiente, ma questo ha dei costi, impone sacrifici. Com’è l’atteggiamento reale delle persone? “Intanto, a livello macro, le prime decisioni in tema ambientale prese dal presidente Donald Trump rischiano di avere effetti devastanti a medio-lungo termine. Per gli Stati Uniti ma anche per il mondo intero. Se invece pensiamo ai comportamenti di noi gente comune”, dice ancora Federica Gasbarro, “devo dire che la fascia di persone che ha comportamenti più responsabili è quella dei 20-40 anni. Gli adolescenti ne parlano ma perché è di moda, in realtà poi nei comportamenti, a livello globale, la gran parte di loro compie azioni tutt’altro che favorevoli nei confronti dell’ambiente. Pensiamo per esempio a tutto il tema della fast fashion. Le persone oltre una certa età, invece, hanno spesso ormai acquisito dei comportamenti che faticano a cambiare. Ovviamente questo ragionamento vale per la nostra parte di mondo, altrove è certamente peggio. Ma chi fa il mio mestiere deve continuare a parlarne”. Anche quando sembra che sia tutto inutile? “Certo, soprattutto in questo caso. Non bisogna fermarsi, mai arrendersi anche quando ti vengono sbattute le porte in faccia. Tra tanti no riceverai anche qualche sì e allora ti si aprirà un mondo. In fondo, per me, tutto è cominciato da quel no alla facoltà di medicina…”.
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