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Persone Silvia Paruzzolo

Quando i valori sono importanti

, di Diana Cavalcoli
Silvia Paruzzolo, dopo qualche anno in varie organizzazioni internazionali, era tentata di restare a casa per badare alla famiglia. Ma poi è arrivata la chiamata di Save the Children

“Sono arrivata a lavorare in ambito sociale dopo la laurea in Bocconi al DES, il corso di laurea in Discipline Economiche e Sociali. Ho iniziato il percorso che mi ha poi portata in istituzioni internazionali, dall’ILO, International Labour Organization, alla World Bank, e come ricercatrice al Cergas dove mi occupavo delle policy in ambito sanitario.” Nata e cresciuta a Venezia, Silvia Paruzzolo oggi vive negli Stati Uniti a Washington DC dove lavora per Save the Children come Managing Director, Evidence for Impact.

“Dopo il liceo inizialmente pensavo di fare la veterinaria ma mi ha frenato l’idea di lavorare con animali in sofferenza, così ho cambiato tutto e ho deciso, consigliata anche da mio padre, di andare a Milano a studiare in Bocconi.” Racconta: “Sono finita a lavorare negli Stati Uniti per una combinazione di eventi fortunati mentre ero impegnata come ricercatrice con focus sulle politiche farmaceutiche e le valutazioni economiche. Lì ho avuto la possibilità di andare alla Banca Mondiale in supporto alla direttrice della divisione che sviluppava progetti per bambini. Aveva bisogno di un consulente per collaborare con l’ufficio del Chief Economist nell’ambito delle valutazioni d’impatto”. Paruzzolo si divide così tra Washington e Milano dove sta ultimando il dottorato in public administration sempre in Bocconi. “In Banca Mondiale ho potuto lavorare in diverse unità sempre su progetti dedicati ai bambini e ai giovani in diversi paesi del mondo, un’esperienza che mi ha poi aperto le porte di altre istituzioni” aggiunge.

Dal marketing, alle competenze finanziarie pure, Paruzzolo spiega che il terzo settore e le realtà non profit (così come le grandi istituzioni pubbliche attive nel sociale) hanno estremo bisogno di persone con competenze verticali. Avere un profilo che corrisponde a queste esigenze può essere una strategia per qualcuno che voglia costruirsi questo tipo di carriera. “Nel mio caso ha funzionato, poi ho avuto la fortuna di essere la persona giusta al momento giusto e di arrivare a Washington dove ci sono molte opportunità per lavorare nel campo dello sviluppo internazionale.”

Da ricercatrice lavora poi all’International Center for Research on Women (ICRW) trattando le tematiche di genere e cura progetti a favore dell’empowerment femminile. “Ho lavorato lì un paio di anni, poi ho avuto il primo figlio. Sono poi stata chiamata da una vecchia collega della Banca Mondiale che lavorava all’ILO.” L’International Labour Organization che ha sede a Ginevra la assume. In questi anni Paruzzolo viaggia molto in Africa e si specializza sui temi legati alla povertà dei giovani e delle donne. 

“Entro però in crisi – racconta – quando nasce il secondo figlio: viaggiare di continuo diventa complicato. Così mi prendo sei mesi per capire cosa fare e quali sono le mie priorità di vita. Anche considerando che mio marito lavorava e lavora in Banca Mondiale, anche lui sempre in viaggio. Insieme decidiamo di tornare a Washington e io inizio a pensare di rimanere a casa, almeno per un po’.” Poi però arriva la chiamata da Save the Children e la voglia di avere un impatto concreto sul mondo si riaccende. “Che dire… Mi hanno catturato il cuore, è un’organizzazione che ha dei valori forti e veri. Il motivo per cui sono ancora qua” sorride.