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Politica, un mestiere che non è solo tecnica

, di Andrea Celauro
Emanuele Fiano (Pd) e Matteo Salvini (Lega Nord) hanno raccontato agli studenti Bocconi del Clapi cosa significa fare politica oggi

Le competenze, d'accordo, ma per scegliere la strada della carriera politica serve una visione di ampio respiro, omnicomprensiva, che non faccia essere solo ed esclusivamente dei tecnici. Una professionalità a 360 gradi capace di immaginare una società e non solo una legge, ammantata di passione e di etica, ed economicamente indipendente per non essere preda di compromessi. Un percorso quale si è discusso oggi in Bocconi nell'incontro "Il mestiere della politica", organizzato nell'ambito del corso di laurea in economia e management delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali (Clapi) da Giovanni Fattore, professore associato di public management del Dipartimento di analisi istituzionale e management pubblico, e che ha visto la testimonianza dei parlamentari Emanuele Fiano (Pd) e Matteo Salvini (Lega Nord).

Messi da parti gli scontri che li dividono a Montecitorio, Fiano e Salvini sono andati subito al dunque di cosa significa voler fare politica oggi. Fiano: "La politica non deve essere l'arena dove diversi tecnici svolgono un lavoro settoriale, sebbene a momenti lo sia. Bisogna avere uno sguardo ampio e una forte sensibilità. Non basta conoscere le leggi e compararle con lo scenario internazionale: il politico che riesce è quello che sviluppa un'empatia con gli elettori. Il difetto della politica di oggi è non solo di risultare all'esterno un mondo odioso, per i privilegi che i politici hanno, ma anche di rischiare di avere una ristrettezza di orizzonti, se si sta solo chiusi in Parlamento". Confrontarsi con i cittadini, saper ascoltare "più di quanto non si sappia parlare", come aggiunge Salvini. "Ci vogliono anche tanto tempo e voglia", continua il parlamentare della Lega, "perché non esiste una scuola di politica, ma si impara ascoltando la gente". Infatti, "per quanto concordi sul fatto che le competenze sono fondamentali, non basta laurearsi con 110 e lode per essere un buon politico. I tecnici dovrebbero capire che a volte, per portare a casa un risultato politico, non sempre è possibile imboccare la strada più dritta". In una parola: mediazione. Che non significa scendere a compromessi, ovviamente. A questo proposito, Fiano e Salvini battono entrambi su quello che è insieme un punto fondamentale e un consiglio per il centinaio di studenti che affollano l'aula della Bocconi: "Bisogna essere economicamente indipendenti, cioè avere una propria attività lavorativa parallela alla quale poter tornare in qualsiasi momento", e questo non soltanto perché magari, come consiglieri comunali di una piccola realtà, non si guadagna granché, "ma per evitare di essere in qualche modo ricattabili".

Accanto ai due deputati, hanno raccontato la loro esperienza anche due ex studenti della Bocconi, che della politica stanno facendo la propria vita. Martina Sassoli, 26enne assessore alle politiche giovanili di Monza, ha raccontato della propria attività cominciata al primo anno di università e che l'ha portata a essere, quando è stata eletta nel 2007, "l'assessore più giovane che il mio comune avesse mai visto e a riuscire a creare un assessorato che non esisteva". La stessa passione che ha mosso Alessandro Sancino, giovanissimo presidente del Consiglio comunale di Melzo, che per sintetizzare l'interazione tra capacità tecniche e visione strategica del bene comune, dipinge la politica come "lo spazio dell'eccellenza", citando anche il presidente degli Stati Uniti. "Una frase di Obama descrive perfettamente lo spirito che deve muovere il politico: 'Le nostre storie sono individuali, ma il nostro destino è comune'".