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Persone Valeria Sandei

Più ragazze per combattere i bias di genere degli algoritmi

, di Camillo Papini
Dalla ceo di Almawave Valeria Sandei, un invito alle ragazze a ottenere una formazione che non trascuri le materie scientifiche. Perché servono gli strumenti giusti per affrontare un futuro sempre più tech ed evitare gli effetti di un AI creata solo da uomini

Manager a 27 anni nel mondo della consulenza, alle prese con piani industriali, finanziari e di trasformazioni organizzative e “in quel momento mi sono resa conto che non ero solo nelle condizioni di apprendere ed eseguire ma anche e soprattutto di costruire in prima persona percorsi strategici per i clienti”, ricorda Valeria Sandei, ceo di Almawave. “La sfida è stata imparare a prendere decisioni, a esporsi per veicolare progetti con la mia firma. Certo, servono studio, approfondimento e un approccio che definirei curioso, aperto a 360° sulle diverse materie, ma in particolare occorre mantenere la propria chiave interpretativa per andare oltre le narrazioni classiche”, rilancia Sandei che, dopo uno stage in JP Morgan nel private banking e un inizio in Accenture sempre con un focus sulla finanza, oggi si occupa di nuove tecnologie al timone della società controllata dal gruppo Almaviva, specializzata in data & artificial intelligence. E proprio andare oltre le narrazioni classiche serve a inquadrare le nuove tecnologie in contesti più ampi perché “si parla tanto di Intelligenza Artificiale (IA) generativa ma bisogna pensare al suo sviluppo in modo armonico con altri sistemi, per esempio quelli industriali, di governance o legati alla sicurezza. È importante immaginare prima quali siano il potenziale e le conseguenze di questa IA”, ci tiene a precisare Sandei che pensa a declinazioni utili fino a costruire le smart cities del futuro ma sa bene anche che tutto si basa sul dato e la sua interpretazione.

“Se codici e algoritmi vengono scritti perlopiù da uomini, questo può determinare dei bias ossia dei dati distorti dovuti ai pregiudizi degli esseri umani che li hanno impostati. Se poi questi dati erronei vengono usati, non potranno contribuire a una veritiera visione della realtà e alla risoluzione per esempio del divario di genere”, rilancia la manager che, infatti, consiglia alle giovani (ma anche ai giovani ragazzi) una formazione che non trascuri le materie scientifiche. “Abbiamo davanti un futuro sempre più tech, allora meglio avere a disposizione un’educazione che offra gli strumenti per essere incisivi”, dichiara Sandei stessa che è partita con un diploma al liceo classico, ha spaziato tra studi al conservatorio, competizioni internazionali di lingua latina e anche un’estate al campus della Nasa, prima di iniziare il corso di laurea in Economia dei mercati finanziari presso la Bocconi di Milano.

“Una volta entrata in università, ho approcciato per la prima volta la finanza e mi è piaciuta molto. Ma soprattutto ho compreso che quello era il mio percorso e che avrei potuto continuare a coltivare il mio background umanistico come valore aggiunto”, sottolinea Sandei. Oggi si sente quindi un role model? “È difficile pensarlo o averne consapevolezza quando sei concentrato sul lavoro di ogni giorno, focalizzato sugli obiettivi di business e sulla gestione. In quei momenti non ti rendi conto di poter essere d’ispirazione per qualcun altro”, risponde Sandei. “Però, aver ricevuto nel 2023 il premio Mela d’Oro della Fondazione Marisa Bellisario mi ha messo di fronte al fatto compiuto che la mia strada possa essere un riferimento per altre persone, in particolare per le ragazze”.

La ceo di Almawave ha vissute molte svolte cruciali nella vita professionale. Una su tutte la quotazione nel 2021, “il frutto di un percorso a cui sono arrivata con la forza delle diverse esperienze precedentemente maturate nei vari ambiti del business, dall’m&a al marketing, dallo sviluppo prodotti all’internazionalizzazione. Il tutto accompagnato da concentrazione e impegno, che permettono sia di progredire nel mondo del lavoro sia di combattere i pregiudizi di genere”, conclude Sandei. “Non mi sono mai sentita colpita dal pregiudizio. Ci saranno stati visto che spesso accade, ma io credo che i pregiudizi si combattano con l’impegno. In questo modo non si concede loro di poter condizionare la nostra strada”.