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Pallanuoto, i Pellicani promossi in serie C

, di Davide Ripamonti
Una stagione entusiasmante conclusa con l'agognata promozione. E che ha visto la squadra protagonista, con Harvard, di uno dei momenti piu' alti dello sport in Universita'

Chi, lo scorso 12 gennaio, era presente lo ricorda come uno degli eventi più significativi dello sport targato Bocconi. Piscina gremita, inni nazionali, pubblico coinvolto e, soprattutto, due squadre in vasca che non si sono risparmiate. L'evento in questione è l'incontro di pallanuoto tra la squadra della Bocconi e quella di Harvard, in Italia per un periodo di allenamento. E anche se il risultato, come prevedibile, ha premiato gli americani, quel giorno nel team Bocconi è scattata la scintilla.
"Abbiamo capito che avremmo potuto ottenere risultati importanti, che la promozione in serie C era un obiettivo alla portata", dice Davide Straziota, giocatore della squadra e dottorando in Statistics and Computer Science. Promozione che era stata raggiunta anche la stagione precedente prima che i regolamenti federali, che prevedono l'obbligatorietà per le società di avere un settore giovanile, la revocassero. "Regole che non tengono conto della nostra specificità", spiega l'allenatore Dario Improda, ex giocatore e a lungo allenatore a livello assoluto e soprattutto giovanile, a Roma, Novara, Metanopoli, Cremona, "e che quest'anno invece abbiamo osservato stringendo un accordo con la Canottieri Milano, che ci ha messo a disposizione una delle proprie squadre giovanili".

La promozione in serie C è frutto quindi di un lavoro duro in piscina, ma anche di un talento diffuso piuttosto alto per la categoria: "Il primo anno abbiamo avuto ben 60 richieste per entrare nella nostra squadra, il che ci ha permesso di avere una rosa di 20 elementi completa e competitiva", continua Dario, "poi il secondo altre 30 domande. Purtroppo molte sono di studenti stranieri, atleti di ottimo livello, ma il regolamento federale ci permette di poter far giocare solo uno straniero per volta e questo è molto limitante. Un altro ostacolo per una squadra con le nostre caratteristiche". Ma le particolarità di una squadra universitaria sono anche altre, ne costituiscono in un certo senso la ricchezza: "In una normale squadra di club gli atleti crescono facendo un percorso comune dalle giovanili alla prima squadra, qui gli atleti arrivano dopo aver fatto percorsi diversi, in paesi, città e livelli differenti", dice ancora l'allenatore, "portando ognuno la propria esperienza. Per l'allenatore è una difficoltà ma anche una grande ricchezza". "Questo ci obbliga a darci da fare per creare un gruppo coeso nel minor tempo possibile", aggiunge Davide Straziota. "Ma noi giochiamo tutti per passione e questa è una leva fondamentale, un grande aiuto".

La prossima stagione, in serie C, il livello tecnico sarà più alto. Quali sono le prospettive? "Possiamo disputare un campionato di medio-alto livello, considerando la rosa attuale. Poi dipenderà anche da eventuali nuovi innesti. Come dicevo prima, il mio rammarico è non poter schierare tutti i ragazzi stranieri che vorrebbero far parte del team. Ci siamo mossi anche con il Coni per fare presenti le nostre istanze". Sul pronostico concorda anche Davide: "Abbiamo disputato diverse amichevoli con squadre di serie C, è un livello assolutamente alla nostra portata. Qualificarci per i playoffs promozione è il traguardo che vogliamo raggiungere".

"La promozione in serie C della nostra squadra di pallanuoto, insieme ai prestigiosi risultati di altre squadre Bocconi, testimonia il successo del modello sportivo della nostra Università", dice Carlo Altomonte, professore di politica economica europea e presidente della sezione Sport acquatici, "un modello fatto di squadre di soli studenti, e di studenti 'veri', che devono conciliare ogni giorno lo studio, senza sconti, con l'allenamento ad alto livello. Esercizio non banale, ma che avviene in un contesto in cui vengono fornite direttamente nel Campus infrastrutture e servizi in linea con le migliori esperienze internazionali. Un modello che, siamo convinti, contribuisce positivamente alla loro crescita umana e professionale, perché lo sport è maestro di vita".