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Otto cose che non sapevate sulla Biblioteca

, di Andrea Celauro
Dalle lezioni di Neruda e di Pound a quanto si potrebbe andare lontano camminando sui volumi ospitati dalle scaffalature, ecco una serie di curiosita' sull'istituzione che studentesse e studenti frequentano tutti i giorni

Distanze. Camminando sui 455.000 volumi della Biblioteca si potrebbe arrivare da Milano a Magenta senza mettere un piede a terra: sono 20, infatti, i chilometri di scaffalature che li ospitano. Per inciso, i libri esposti nelle sale di lettura sono solo il 13% del totale.

Petrarca. Tra le 98 cinquecentine (volumi del Cinquecento) custodite nei magazzini della Biblioteca, ve ne sono due con opere del poeta Francesco Petrarca.

A mano. Nei magazzini della Bocconi si trovano anche le dispense dei corsi dei primi professori della Bocconi. La particolarità che è che erano gli studenti stessi a realizzarle, trascrivendo a mano, durante la lezione, le parole dei docenti.

Neruda. Quando esisteva la Facoltà di Lingue, hanno tenuto lezione anche poeti del calibro di Pablo Neruda e Miguel Angel Asturias. Molte delle trascrizioni di queste lezioni sono conservate nei magazzini della Biblioteca.

Pound. Alla fine degli anni Trenta tenne un ciclo di lezioni anche lo scrittore Ezra Pound, chiamato da Angelo Sraffa (che ne apprezzava l'opera al di là della lontananza politica). I titoli delle lezioni sono conservate nell'archivio della Biblioteca, il testo integrale si presume pubblicato nel volume ABC dell'economia di Pound.

Il pellicano. Si deve alla Biblioteca la ricostruzione del significato del pellicano per l'Università Bocconi. Sul tabernacolo della chiesa voluta da donna Javotte per celebrare il fondatore dell'università compare l'immagine di un pellicano che si ferisce per cercare di spegnere con il suo sangue le fiamme che stavano minacciando il nido con i suoi piccoli. Interpretato come simbolo dell'amore paterno viene ripreso da Bocconi nel XX secolo in ricordo del figlio prematuramente scomparso e inserito nello stemma di famiglia. Il pellicano attraversa tutta la storia dell'università, dal 1906 quando gli alumni lo prenderanno come simbolo dell'associazione, al momento in cui viene inserito nello stemma della Bocconi, sarà rappresentato sulle guide dello studente degli anni Novanta, diventerà la collana editoriale delle dispense Egea "Le dispense del pellicano" e da ultimo la mascotte delle squadre sportive dell'Università conservando e tramandando quel senso originario di "famiglia e di comunità di figli".

In extremis. Le lettere e i documenti che formano il fondo più importante degli archivi della Bocconi, il fondo Saminiati-Pazzi, sono stati recuperati in extremis dal macero, a Firenze. È merito dell'archivista Davide Groppi, alumnus Bocconi, l'averlo reso un fondo accessibile e ordinato.

Antico e moderno. Rispetto ad altre istituzioni simili universitarie, la Biblioteca Bocconi mette insieme sia documenti e volumi antichi, sia microdati, sia fonti digitali. Solo nel 2023 sono stati 1,9 milioni gli accessi ai database ospitati e oltre 781 mila gli ebook scaricati dagli utenti.

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