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Oggi director e senior specialist presso la Casa d’aste Christie’s a Londra, l’alumna Marchitelli si è costruita una carriera nel settore: “Mai desistere”, racconta. “La direzione della mia prima asta è stata una grande lezione”

Fa un lavoro per tante persone bellissimo, coinvolgente, immersa nell’arte e nella cultura, all’interno di un ambiente internazionale. Vive a Londra, ha due figli e oggi Ottavia Marchitelli della sua carriera come director, senior specialist, 20th/21st Century Art da Christie's, ricorda soprattutto com’è arrivata nella posizione attuale: ci sono state moltissime ore passate in magazzino a catalogare opere, frequenti notti in ufficio a fare lavori di ricerca e gli incarichi iniziali come assistente di altri responsabili della casa d’asta. In tutto una gavetta durata circa 8 anni. “Poi nel 2016, al ritorno dalla mia prima maternità, è arrivata la prima promozione importante. Quasi non ci volevo credere: la direzione di un’asta. Ognuno di noi ha un lavoro dei sogni ma spesso, come nel mio caso, quella professione nasconde anche una parte meno ideale e molto pratica, esigente per orari di lavoro, richiedendo una resistenza sia mentale sia fisica. Credo che non si debba mai desistere; prima o poi si raggiunge l’obiettivo”, afferma Marchitelli.

La gavetta resta un momento fondamentale, secondo l’alumna dell’Università Bocconi con un Master of Science in Economics & Management of art, culture and communication. Anche perché la gavetta non finisce mai: “Ancor’oggi il mio lavoro comprende la stesura di rapporti tecnici e molto lavoro di ricerca. Ma ora, in aggiunta, ho imparato a cogliere qual è la chiave psicologica o finanziaria per convincere qualcuno ad affidarmi la sua opera, o collezione, da mettere poi all’incanto grazie a un complessivo lavoro di squadra coi miei colleghi. Nella mia professione, quindi, ci sono componenti fondamentali di psicologia ed economia”. 

Insomma, un lavoro poliedrico intorno a cui Marchitelli ha costruito una carriera tutta da sola, partendo dal liceo classico a Pavia, formandosi in Bocconi, lavorando sia durante gli studi universitari sia successivamente, a Parigi tra le varie città in cui ha vissuto. Ha avuto il supporto affettivo della famiglia di origine e poi del marito (bocconiano anche lui e con cui si è trasferita a Londra), ma “sono in primis io che mi sono impegnata. Tanto. Ho sempre fame di arte”. Un momento determinante è stata l’Università Bocconi che “mi ha impresso un approccio poliedrico alla conoscenza, mi ha aiutato a nutrire le mie curiosità e a fare networking”, prosegue la manager classe 1984, che ha incominciato a respirare cultura in casa, tra mamma e papà piccoli collezionisti d’arte e grandi amanti di libri. 

Adesso che ricopre una posizione di responsabilità da Christie's, Marchitelli non si sente una role model ma ce la fanno sentire i colleghi più giovani. Le domande più frequenti sono come ha fatto a emergere, come bilancia vita professionale e privata. “Molti sono spaventati dall’idea di avere figli. Eppure, avere una famiglia t’incentiva a concentrarti sugli aspetti fondamentali del lavoro, non perdendosi nei dettagli superflui. Fare mentorship mi piace, anche perché ho avuto la fortuna di poter contare, a mia volta, su mentor importanti lungo il mio percorso. Amo ascoltare i racconti dei colleghi così come adoro le storie dei collezionisti”, spiega la stessa Marchitelli. “Lavorare nel mercato dell’arte è faticoso. Si viaggia molto, si lavora tanto e io spesso lo faccio pure a casa dopo cena. La retribuzione non è la prima motivazione, specie vivendo in una città come Londra. Ma, ripeto, non bisogna mollare”. Come? “Ricordandosi delle capacità acquisite, di quante lingue abbiamo imparato a parlare o delle competenze tecniche su cui possiamo contare. La direzione della mia prima asta è stata una grande lezione. Si trattava di una vendita di opere su carta. Mi sono dedicata per la sua migliore riuscita e sono diventata persino una, quasi, esperta vera dell’analisi della carta su cui vengono realizzati i disegni. Una stravaganza dell’arte? No, nel mio settore, è una competenza che mi aiuta ancora”, chiosa Marchitelli.