Non più sola attorno a quel tavolo
“Sono nata a Terni, classe operaia. I miei non mi hanno mai trattata diversamente da mio fratello. La mia carriera è un esempio di mobilità sociale resa possibile da una famiglia che mi ha stimolato, una educazione di qualità, culminata con la laurea in Bocconi, un’azienda inclusiva che è una grande scuola di leadership e un marito che mi ha supportato.” Sara Scrittore oggi è Vice President e General Manager, Southern Europe Hub in Colgate-Palmolive. Una posizione che si è costruita con fatica e capacità.
“Dopo la maturità al liceo – dice – sono andata a Milano grazie a un premio del Soroptimist e ne ho approfittato per fare il test di ingresso in Bocconi. Ho fatto il test senza sapere se la mia famiglia avrebbe potuto pagare la retta. Grazie all’ISU e al Pensionato Bocconi sono riuscita a laurearmi.” In ateneo entra in contatto con una realtà diversa ma molto variegata. “C’erano i figli di imprenditori e avvocati ma ricordo che mi stupì il fatto che ci fossero anche tanti ragazzi che come me arrivavano ‘dal basso’ e da come in Università la diversità sociale fosse normale” aggiunge.
Nel 1994 dopo la laurea Scrittore vuole lavorare nel Largo Consumo ed entra in Colgate, l’azienda in cui ha poi costruito tutta la sua carriera. Racconta: “Ho svolto per i primi tre anni due ruoli: il primo nel Customer Service e il secondo nel Demand Planning, team commerciale in cui si faceva pianificazione per la fabbrica”. Nel 1997 viene chiamata alle vendite, un ambiente quasi esclusivamente maschile. “Ero perplessa, ammetto, ma mi lanciai e andò bene. Nel ’99 andai sul field tra Lazio e Campania dove avevo un team variegato, con venditori prossimi alla pensione e ragazzi giovanissimi. Ho poi gestito a Milano una squadra di key account” aggiunge. Nel 2000 le viene offerta la posizione di quadro come Customer Marketing con focus sul cliente. “Mi piaceva ma la mia storia era destinata a prendere un altro corso” spiega.
In stile “Maverick”, Scrittore avvia la carriera internazionale nel 2001. “Da nove anni vivevo con mio marito, anche lui bocconiano e giornalista. Da Colgate mi proposero di andare all’estero. Mio marito disse: ‘Ok ti seguo ma non in Asia o Africa’. Facemmo una cena con il capo mondiale delle vendite che non faceva che parlare di Hong Kong” aggiunge. L’azienda dà una settimana a Scrittore per decidere invitandola ad andare a visitare la città. “Lì ci siamo detti che era un’occasione unica e siamo partiti, siamo rimasti quattro anni non sapendo che era cominciata la nostra vita da expat.” Una vita nomade a contatto con culture e comunità diverse.
“In questo grande viaggio il non avere figli ha facilitato la decisione di cambiare vita ogni tre-quattro anni.” Scrittore è così a Lisbona, a Praga, a New York, a Singapore, in Kansas, di nuovo a Hong Kong. “Eravamo noi come coppia e il nostro rapporto si è sempre più consolidato con ogni nuova esperienza.” Solo di recente il ritorno a Roma sempre in Colgate per seguire il Sud Europa. Sulla questione di genere dice: “Nei meeting è vero che ero sempre l’unica donna o una delle poche ma questo non mi ha mai fermato. Non mi sono mai sentita discriminata o diversa, ero semplicemente io. E questo atteggiamento alla lunga ha fatto la differenza”.