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Persone Giovanna Iannantuoni

Nel lavoro ci vuole ambizione e tanta generosità

, di Diana Cavalcoli
Prima presidente donna della Conferenza dei rettori delle università italiane e rettrice della Bicocca Iannantuoni sostiene che in carriera non è necessario scegliere si può avere tutto: successo e famiglia

Da ricercatrice a prima presidente donna della Conferenza dei rettori delle università italiane: Giovanna Iannantuoni, che guida l’Università di Milano Bicocca dal 2019, quando parla di questione femminile si accende. Spiega senza mezzi termini: “Da donna ho scelto di essere ambiziosa anche se spesso si è giudicate in negativo per questo. La scienza è per fortuna un ambito in cui contano i fatti, i risultati che porti. Devi sempre misurarti con te stessa. Le discriminazioni lungo la carriera sono invece legate alla cultura che si può e si deve cambiare. Anche in Italia”. 

Nel racconto della sua carriera accademica, dalle ore in aula con gli studenti ai progetti di ricerca e alle pubblicazioni, Iannantuoni spiega che l’essere donna non è mai stato un freno. Dopo la laurea in Discipline economiche e sociali (DES) in Bocconi, è arrivato il PhD in Economics presso la Louvain la Neuve University nel 2001. Poi è stata la volta del lavoro in giro per il mondo. Rochester University, Carlos III de Madrid, University of Cambridge. Un percorso che l’ha portata a parlare inglese, francese e spagnolo. “Sono stata – racconta – più di dodici anni all’estero. Non ho quasi mai avvertito un trattamento diverso perché donna anche se ci sono stati degli episodi. Capitava alle conferenze internazionali di essere chiamata ‘Giovanna’ mentre mio marito era il ‘Professor’. Però ho sempre reagito, ci vuole forza in questi casi.” 

Più complessa la scalata al rettorato in un mondo accademico tradizionalmente dominato dagli uomini e pensato per gli uomini. “Quando mi sono candidata a rettrice ho capito che era una sfida. Sono entrata in campagna elettorale che mia figlia aveva sei anni. Ricordo che mi fu rimproverato il fatto di avere una figlia così piccola e invece è un qualcosa che va normalizzato.” Anche per le nuove generazioni e le leader, mamme e no, che verranno. “Mi scrivono spesso lavoratrici o ricercatrici che hanno paura di mettere su famiglia e cercano consigli. Voglio dire alle ragazze che si può avere tutto, un rapporto splendido con la propria figlia ed essere rettrici. Non bisogna scegliere” aggiunge Iannantuoni. In Italia però occorre fare passi avanti: “Basta guardare l’occupazione femminile ferma al 50%. Serve un cambiamento strutturale per permettere a una donna di essere una madre e una professionista”. 

Le donne sul lavoro devono poi osare, scommettere su se stesse. L’ambizione però va condita con la giusta dose di generosità secondo la rettrice. “Sono competitiva, è vero. Ai miei scienziati dico che devono fare ricerche di altissimo livello ma dico anche che devono essere generosi perché la scienza deve portare un benessere a chi ci circonda.” Non a caso Iannantuoni parla di un valore sociale della ricerca e della responsabilità degli scienziati e delle università. “Da rettrice mi piace moltissimo decidere e incidere. È una grande soddisfazione disegnare, insieme alla mia comunità, linee di ricerca che abbiano un impatto concreto sulla società. La scienza ha un potere immenso, quello di rendere le persone libere. Quando si è consapevoli, si conoscono a fondo le cose, non ci sono confini” conclude.