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Medaglie, non e' oro quel che luccica

, di Dino Ruta - assistant professor SDA Bocconi e responsabile Sport Knowledge Center
Se cosi' fosse a Londra 2012 si sarebbero spesi ben 35 milioni di euro. Ma il valore dei Giochi e dei guadagni per atleti e federazioni va ben oltre la manifestazione

Chi vince una medaglia d'oro alle Olimpiadi trova un tesoro, ma non per la composizione pregiata della medaglia. La notizia principale è che le medaglie d'oro delle Olimpiadi non sono fatte d'oro. Se così fosse si è calcolato che il valore delle medaglie assegnate a Londra 2012 sarebbe stato di circa 35 milioni di euro. Le ultime medaglie interamente d'oro furono coniate per le Olimpiadi del 1912 a Stoccolma. Oggi sono fatte per il 92,5% di argento, con soli 6 grammi d'oro e a Rio avranno anche una componente di materiale riciclato in linea con gli obiettivi di sostenibilità del comitato organizzatore. La medaglia d'argento è effettivamente d'argento e quella di bronzo è in gran parte di rame. In realtà vincere una medaglia d'oro, o in generale una medaglia, ha un valore che va al di là del valore economico della sua manifattura. Gli atleti percepiscono una adeguata ricompensa economica per i sacrifici e per il lustro che danno al proprio paese. Ricompensa che a Londra 2012 è stata molto variabile tra i paesi partecipanti: 600 mila euro per Singapore, 140 mila per l'Italia, 20 mila per gli Usa e zero per la Gran Bretagna.

Lo zero sembra quasi una punizione, ma non lo è. La vittoria non è un punto di arrivo ma può e deve essere un punto di partenza. La medaglia porta con sé due grandi sogni. Gli atleti acquisiscono una immediata visibilità mediatica che possono sfruttare con sponsor e opportunità commerciali. Le Federazioni, e quindi il Coni, possono contare su atleti vincitori che diventano a tutti gli effetti ambasciatori dello sport con un impatto positivo sulla diffusione e la pratica dello sport. Gli esempi italiani sono tanti, si può pensare alle prime due medaglie d'oro di Alberto Tomba (Calgary 1988), all'oro nel tiro con l'arco di Marco Galiazzo (Atene 2004), alle 6 medaglie d'oro della schermitrice Valentina Vezzali (da Atlanta 1996 a Londra 2012), all'incredibile medaglia d'oro di Carlo Molfetta nel Taekwondo (Londra 2012) e così via. Ognuna di queste medaglie è ossigeno per il movimento sportivo, un veicolo di promozione alla pratica sportiva per bambini e ragazzi che vogliono emulare i propri idoli, una chiave per stringere accordi commerciali. Soprattutto per quelle discipline che non si vedono così tanto in Tv e non sono così popolari come invece sono il calcio, il volley e il basket.

La vittoria all'Olimpiade diventa quindi un punto centrale per raccogliere gli investimenti di quattro anni, ma anche per programmare il ciclo olimpico successivo. Si pianifica e si pensa sempre con un orizzonte di quattro anni. Molte qualificazioni degli atleti arrivano poche settimane prima dei Giochi. Occorre un'opportuna strategia per allenare con visione i giovani atleti da un'Olimpiade all'altra, monitorando le carriere degli atleti più esperti e sostenendo quelle dei più talentuosi e scalpitanti. Considerando che un atleta potrà fare in media una o due Olimpiadi, si può immaginare quali siano le pressioni e le paure per allenarsi con l'obiettivo di arrivare un centimetro prima o fare un punto in più degli avversari.

Discipline selezionate, pochi atleti qualificati, ogni quattro anni, rendono le Olimpiadi un evento sensazionale con gli oltre 900 milioni di spettatori alla cerimonia di apertura di Londra. Tutto ciò pone anche alcuni rischi e conflitti etici e gestionali. Su tutti la tentazione di usare sostanze proibite che conducono agli scandali di doping che puntualmente anche ad anni di distanza sconvolgono le classifiche olimpiche. Le discipline maggiormente penalizzate sono quelle dell'atletica, dove gli sforzi sono tanti e le opportunità di vincere e di assicurarsi un successo commerciale internazionale sono poche. Sono state d'impatto le recenti notizie sul team russo, generando uno scandalo internazionale su chi deve controllare, il Cio, Comitato internazionale olimpico o il Comitato olimpico nazionale, e sul senso etico di atleti e dirigenti che giocano con le proprie vite e con la passione di appassionati e tifosi.

Le Olimpiadi rappresentano una grande scommessa, un obiettivo di vita, ma anche un'opportunità per un intero paese per diffondere valori positivi tra i giovani e nella società civile. I dati storici dicono che chi organizza un'Olimpiade riesce a vincere di più rispetto al passato, e così la Cina ha superato per la prima e ultima volta gli Usa proprio a Pechino 2008 sul numero di ori vinti (51 vs 36). Organizzare un'Olimpiade non ha solo quindi ricadute economiche e turistiche, ma anche sportive in senso stretto, perché l'intero movimento si mobilita e va a caccia di medaglie creando benessere per tutti coloro che praticano sport. L'eredità degli eventi sportivi va sempre al di là dei soldi e del profitto, per questo lo sport è speciale, così come vincere una medaglia olimpica.