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Persone Maria Salvaggio

Lontana da casa alla scoperta della passione per la contabilità

, di Diana Cavalcoli
Una laurea in Bocconi al Cleacc , tante esperienze lavorative diverse e una grande passione la contabilità che l’ha portata ad essere oggi la responsabile Amministrazione, Finanza e Controllo nella Federazione Italiana Golf

“La mia musa è stata mia sorella. Siamo cresciute a Grotte in provincia di Agrigento in Sicilia. Un paesino piccolo, dove vivevamo con il papà infermiere e la mamma casalinga. Lei è stata la prima ad andare a Milano per studiare. Una pioniera a cui devo tanto e che mi ha aperto la strada.” Maria Salvaggio racconta così gli inizi di quel suo viaggio “lontana da casa” che l’ha portata oggi a essere la responsabile Amministrazione, Finanza e Controllo nella Federazione Italiana Golf. Un ruolo raggiunto dopo la laurea al CLEACC in Bocconi e la scoperta di una passione per la contabilità. 

Degli anni in ateneo dice: “Il trasferimento a Milano è stato complesso, soffrivo per la distanza anche perché tornavo in Sicilia solo due volte l’anno e durante il mio primo anno mia sorella era in scambio a Parigi. Dopo i primi mesi però ho ingranato, ho conosciuto tanti ragazzi come me. Mi ha salvato la solidarietà tra fuori sede.” Salvaggio è tra i primi laureati CLEACC del 2004. “Eravamo figure ibride, il corso mixava elementi di economia e di management per le attività culturali ma trovare uno sbocco sul mercato non è stato immediato. Ho così scelto Ernst&Young per approfondire maggiormente le conoscenze e le competenze tecniche.” Lì nasce il “fuoco sacro” per la contabilità. “Ricordo gli orari assurdi, i viaggi in auto nell’hinterland milanese, ma anche l’apprendimento rapido e i manager e i superiori estremamente competenti.” 

Dopo quell’esperienza Salvaggio lavora per un’azienda leader della distribuzione farmaceutica, la Comifar Distribuzione. È una parentesi che le permette di interfacciarsi con la “vita in azienda” all’interno di una multinazionale. A cambiarle la carriera ci pensa il 2010 con un annuncio di lavoro in cui non era specificato il datore. “C’era questo annuncio anonimo su Monster, si ricercava una figura in grado di fare analisi di bilancio in ambito sportivo. Mi candido e mi chiamano. Scopro così il datore: era il CONI a Roma.” Salvaggio però è sicura che non la prendano. “Ricordo i preconcetti di parenti e amici che dicevano ‘Sai come funziona in quegli ambienti’. Invece, dopo un test di logica e più colloqui con tanto di esercizi contabili mi propongono l’assunzione a tempo determinato.” La scelta non è semplice perché accettare significa lasciare Milano e tornare indietro a livello di contratto. “Decido di buttarmi senza paracadute” aggiunge. Ed è un successo. Salvaggio lavorerà al CONI per sette anni occupandosi di contabilità e analisi dei bilanci e accelerando l’innovazione. “All’inizio c’erano solo plichi e faldoni: scansionavo i bilanci delle quarantaquattro federazioni sportive uno a uno” racconta. 

Nel mentre Salvaggio si sposa e pensa alla famiglia. “Non avevo ancora l’indeterminato ma mi sono detta: se aspetto il contratto rischio di non aver mai figli e la vita è una. Così mi sono decisa a tentare.” Salvaggio racconta di una prima gravidanza andata male e della complessità dell’immediato rientro al lavoro ma anche della felicità nel tornare e trovare l’assunzione a tempo indeterminato. “Sono tornata al lavoro subito anche perché amavo il mio mestiere e sapevo di poter dare un contributo tecnico importante, ero incredula ma soddisfatta di quel riconoscimento professionale.” Nel 2014 arriva poi Agnese, che oggi ha nove anni. “Anche in questo caso: gravidanza a rischio. Sono dovuta sparire dal lavoro ed ero in ansia per questo, però non appena la bimba ha compiuto sei mesi, grazie a babysitter e marito, sono tornata operativa.” Nel 2015 segue così la Ryder Cup, ed entra in contatto con Federazione Golf, che nel 2017 la chiama come responsabile della parte amministrativa; all’interno della Federazione continua anche a collaborare sul progetto partecipando al reperimento delle risorse e al dialogo con le istituzioni. Dice: “Un consiglio alle ragazze? Essere serie, professionali e tecniche. Non credo alle quote rosa, la sedia bisogna guadagnarsela a prescindere dall’essere uomo o donna”.