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Persone Isabella Castiglioni

Lo studio delle materie Stem con l’approccio multi-task delle donne

, di Diana Cavalcoli
Donna di scienza, imprenditrice, ricercatrice, professoressa, startupper, Isabella Castiglioni è una delle Inspiring Fifty, le cinquanta donne più influenti d’Europa nel mondo della tecnologia e dell’innovazione

“Non ho mai voluto che la mia ricerca rimanesse nel cassetto.” Donna di scienza, imprenditrice, ricercatrice, professoressa, startupper, Isabella Castiglioni è una delle Inspiring Fifty, le cinquanta donne più influenti d’Europa nel mondo della tecnologia e dell’innovazione. Si racconta come una persona curiosa fin da ragazzina. “Dopo il diploma al liceo scientifico Leonardo da Vinci a Milano non sapevo bene se optare per un percorso umanistico o scientifico. Studiavo pianoforte e il bivio era tra musica e scienza, sebbene anche la musica avesse molto a che fare con la matematica.” 

Castiglioni sente però di voler avere un impatto sociale concreto, fatto di applicazioni sperimentali e progetti. Decide così di iscriversi a Fisica all’Università degli Studi di Milano specializzandosi in ambito nucleare “per partecipare a grandi esperimenti nel ‘non visibile’”. Si focalizza sulla medicina nucleare e vince una borsa di studio al San Raffaele dove ha l’ufficio accanto a quello del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso il reparto di Medicina Nucleare, nell’area destinata ai medici. “Sono stata fortunata. Avendo molti medici di fianco all’ufficio ho avuto la possibilità di confrontarmi con loro. Mi chiedevano consigli sia metodologici sia pratici, e soprattutto di fornirgli strumenti di analisi dei dati clinici” aggiunge. 

Lì si rende conto di un problema monstre: la gestione delle informazioni e dei dati dei pazienti tra esami e cartelle. Castiglioni mette così a fuoco la sua missione: “Volevo che i risultati dei miei studi avessero un forte impatto sociale, l’obiettivo era migliorare la qualità del lavoro dei medici e di vita dei pazienti”. L’idea è così sviluppare un sistema, un software per semplificare la burocrazia e le diagnosi in ospedale. Grazie a fondi europei Castiglioni riesce a costruire un laboratorio e a lavorare con alcuni ricercatori su algoritmi avanzati di Intelligenza Artificiale (AI), imaging biomedico, digitalizzazione delle cartelle, nuove tecnologie. Ma non è semplice. “L’idea c’era ma progettare prodotti di supporto alla decisione medica da mettere sul mercato era complicato e io non avevo competenze economico-finanziarie, gestionali o manageriali.” Così, da scienziata, torna sui libri. Nel 2010 si iscrive in SDA Bocconi all’Executive Master in Business Administration. “Due anni di studio per me fondamentali. La teoria in aula e la pratica il giorno dopo al lavoro” aggiunge. Castiglioni spiega anche che era l’unica donna in classe con figli. “Anche il mio compagno era scettico, uscivo alle 19 dall’ospedale e andavo a lezione. Tornavo a casa alle 11 di sera quando le mie due bimbe già dormivano. Il sabato, spesso, c’era lezione o esami. Difficile, va detto, ma ce l’abbiamo fatta” sorride. 

Nel frattempo in laboratorio i test procedono e il software inizia a prendere forma. “Siamo andati avanti come spinoff universitario, la svolta è stata essere incubati in Silicon Valley dove abbiamo messo a punto il business plan” aggiunge. Nel 2018 Castiglioni è così co-fondatrice di DeepTrace Technologies, startup che produce software avanzati di intelligenza artificiale per ospedali e centri diagnostici. Si tratta di programmi certificati come dispositivi medici, utili per la diagnosi precoce di alcune malattie tra cui l’Alzheimer. 

Castiglioni, che dal 2020 insegna Fisica applicata alla medicina e Machine Learning all’Università Milano-Bicocca, si impegna da tempo contro gli stereotipi di genere. Dice: “Nel mio corso le studentesse non arrivano al venti per cento. Dico sempre alle ragazze di studiare materie STEM perché consentono di spaziare anche in ambiti umanistici, nonostante non sembri, e di utilizzare il nostro approccio multi-task. Noi donne siamo precise, affidabili, attente agli impatti. Tanto che uno sbocco possibile di queste applicazioni può essere la gestione del rischio”. Dalle nuove tecnologie alla medicina.