Lo sport per l’uguaglianza di genere
L’immagine dei due tedofori, per la prima volta insieme un uomo e una donna, che accendono il braciere dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 ha giovato di più, allo sport femminile, di mille interviste, dichiarazioni, articoli di giornale. Perché è la forza dell’esempio quella che conta. E se l’esempio è visto in tv da miliardi di persone in ogni parte del mondo allora vale ancora di più. A dirlo, con la forza di chi i problemi della gender equality nello sport li affronta tutti i giorni, è Charlotte Groppo, dal suo ufficio di Losanna dove ricopre la carica di Head of Gender Equality, Diversity and Inclusion del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che in Bocconi ha frequentato il master in Economics and Management of Government and International Organizations.
“Avevo già conseguito una laurea in studi internazionali a Bologna”, racconta Charlotte Groppo, “ed ero iscritta a Parigi a un double degree con la possibilità di venire il secondo anno in Bocconi. Il mio interesse era soprattutto rivolto alla cooperazione internazionale e volevo, su questo argomento, avere un’ottica sia politica che economica”. Ma è proprio in Bocconi che si avvicina ad argomenti come i divari salariali tra uomini e donne e l’uguaglianza di genere in senso più ampio. E con un respiro internazionale. “Essendo di nazionalità sia italiana sia francese”, spiega, “ho sempre desiderato uscire dal quadro nazionale, andare oltre. Per quanto riguarda invece le mie prime esperienze professionali, ho cominciato lavorando in un’amministrazione pubblica locale in Francia, per passare poi, dopo un anno, al ministero per le Pari opportunità, occupandomi sempre di ricerca e valutazione di genere. Per quattro anni questo è stato il mio lavoro”. Prima di arrivare al Cio, e all’incarico attuale, Charlotte Groppo ha fatto molte altre cose: “Sono stata vicepresidente di UN Women Francia, l’ente delle Nazioni Unite che si occupa di uguaglianza di genere ed empowerment femminile, e poi, per il ministero degli affari esteri francese, mi sono occupata del G7 organizzato in Francia nel 2019, sempre focalizzata sui temi della gender equality”. Nel 2020, con il cambio di Primo Ministro, entra a far parte del gabinetto della ministra alle pari opportunità, Elisabeth Moreno, diventando l’advisor per le questioni di gender equality. Nel 2023, a settembre, l’ingresso nel Cio: “Nel settore sportivo, come in altri settori della società, dobbiamo continuare a promuovere l’uguaglianza di genere”, racconta, “soprattutto in tema di rappresentatività nei posti di leadership. Per quanto riguarda gli atleti, invece, c’è stata una forte accelerazione in questo senso con la presidenza di Thomas Bach, tanto è vero che, per la prima volta, alle Olimpiadi di Parigi abbiamo avuto lo stesso numero di atleti donne e uomini. E poi la cerimonia di inaugurazione con un uomo e una donna, vista da 3 miliardi di persone, oltre la metà della popolazione del mondo”. Un’immagine poderosa, dal grande impatto e, si spera, dalla grande efficacia. Perché i problemi per quanto riguarda l’accesso all’attività sportiva nel mondo sono ancora molti: “Le ragazze praticano sport in giovane età, poi, arrivate all’età adolescenziale, si assiste a un forte calo di praticanti, soprattutto per stereotipi culturali, come il fatto che devono concentrarsi sullo studio, oppure per problemi di sicurezza”, dice Groppo. Un altro tema rilevante è quello delle allenatrici, troppo poche rispetto ai colleghi uomini: “A Parigi le allenatrici erano il 13%, come a Tokyo tre anni prima. A Rio nel 2016 erano l’11%. Un dato che sostanzialmente fatica a crescere. Stiamo lavorando per convincere le ex atlete a diventare allenatrici, ma sappiamo che le donne hanno la difficoltà di conciliare vita privata e lavorativa, e all’inizio il lavoro di allenatore/trice è una sorta di secondo lavoro”. Il successo di uno sport, e in questo caso dello sport femminile in generale, passa in gran parte dalla sua visibilità. In questo è determinante il ruolo dei media: “Più uno sport viene trasmesso in televisione, più la gente lo guarda e più persone poi lo praticano. E di conseguenza aumentano poi anche gli investimenti”. Un circolo virtuoso, che va alimentato. “Esatto. Abbiamo lavorato molto durante le Olimpiadi sul tema del programma sportivo, facendo in modo di avere un’alternanza di sport maschile e femminile negli orari televisivamente più favorevoli”. Oltre a questo, il lavoro di Charlotte Groppo è a più ampio raggio: “Per ottenere risultati dobbiamo lavorare di concerto con tutti gli attori. Lavoro con i colleghi degli altri dipartimenti del Cio, con i Comitati organizzativi, come la Fondazione Milano-Cortina 2026, con i Comitati nazionali Olimpici, come il CONI, con le Federazioni Internazionali sportive o con le grandi organizzazioni internazionali, come il Consiglio d’Europa, le Nazioni Unite, anche per spingere il fatto che lo sport è un vero veicolo per lo sviluppo sostenibile e per l'uguaglianza di genere”.