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Prima atleta, ora giudice di gara ma soprattutto manager. Perché quello dello sport è un mondo migliore, come racconta Lavinia Tinelli

C’è un filo unico che percorre tutta la sua carriera: lo sport. Prima come atleta, nel canottaggio, adesso, come dirigente di uno dei più importanti broadcaster a livello mondiale. Lavinia Tinelli, che in Bocconi si è laureata in Economics and management in arts, media and entertainment, è infatti Rights acquisitions senior director presso Warner Bros. Discovery Sports Europe, un obiettivo cercato e raggiunto con determinazione all’interno di una carriera pianificata passo dopo passo. “Quando gareggiavo ho avuto modo di entrare a far parte del team di canottaggio della Ohio State University”, racconta Lavinia Tinelli dal suo ufficio di Parigi, “poi, dopo un anno, ho deciso di rientrare in Italia, in un’università che avesse respiro internazionale. Inoltre l’Acme mi offriva l’opportunità di approfondire le tematiche relative all’arte, alla cultura, ai media e all’organizzazione di eventi, anche quelli di natura sportiva. Era un corso adatto alle mie aspirazioni”. La carriera sportiva di Lavinia è stata tutt’altro che banale: diversi titoli italiani e due medaglie mondiali, un argento e un bronzo a livello giovanile. “A un certo punto però sei ore di allenamenti giornalieri più le gare e lo studio non erano compatibili e ho deciso di smettere, anche se sono rimasta nell’ambiente come giudice, prima a livello italiano, adesso anche internazionale, obiettivo ovviamente i Giochi Olimpici”. 

Un cordone ombelicale, quello che lega Lavinia allo sport, che non si è mai reciso, anzi la promessa fatta a se stessa era quella di restare nell’ambiente, non come tecnico sportivo (“cosa più frequente”, dice), ma nell’ambito del marketing dello sport, per esempio, a cominciare dalla tesi di laurea, oppure in quello in grande sviluppo dei diritti sportivi. “Dopo alcune esperienze in organizzazione di eventi”, riprende Lavinia Tinelli, “sono entrata a far parte del gruppo L’Equipe, che aveva in programma di lanciare un canale tematico in chiaro tutto dedicato allo sport. Era il 2012, mi ero appena laureata e avevo intenzione di prendermi del tempo per ponderare bene il mio futuro, ma poi si è presentata questa opportunità. Mi occupavo di acquisizione di documentari sportivi, ed è lì che ho imparato a negoziare. Un’esperienza fondamentale per la carriera”. Nel 2016 il passaggio a Eurosport, che a breve verrà assorbito dal gruppo Discovery. “Discovery aveva un’offerta molto ampia in tema di entertainment, con Eurosport ha scelto di entrare in modo deciso anche nello sport. E la prima vera acquisizione”, dice ancora Lavinia Tinelli, “è stata quella dei Giochi Olimpici. Una mossa decisiva per rafforzare il posizionamento nel settore”. Il gioco, insomma, si fa pesante, perché gli eventi di cui Lavinia e il suo team trattano i diritti sono quelli più importanti, come gli Slam di tennis, per esempio. O quelli delle stesse Olimpiadi, rinnovati fino al 2032. “Si parla di contratti di cifre astronomiche, ma alla fine, trattandosi comunque di un ambiente in cui lo sport è una parte fondamentale e in cui molti di noi hanno la passione per lo sport, c’è una componente di umanità, maggiore rispetto ad altri settori, nonostante le negoziazioni siano spesso tese e difficili”. Il settore dello sport, però, a livello dirigenziale ha la fama di essere ancora molto ‘maschilista’. E’ davvero così? 

“La prevalenza maschile esiste ed è consistente”, continua Lavinia Tinelli, “sia quando si tratti di business dello sport sia nell’ambito delle varie Federazioni, soprattutto a livello dirigenziale. Per dare il proprio contributo una donna deve sapersi distinguere, dimostrare una certa legittimità, figure forti in questo senso ce ne sono, ma numericamente la sproporzione è evidente”.  I grandi gruppi media come Warner Bros. Discovery possono fare molto per la diffusione e l’affermazione dello sport femminile. A cominciare dalla programmazione, per esempio. “Certo, si sta cercando di dare una mediatizzazione sempre maggiore allo sport femminile. Eventi misti come gli Slam o la Coppa del mondo di sci sono emblematici, perché di questi trasmettiamo tutto, anche integrando presentatrici donne o ex atlete nelle nostre dirette televisive. Poi ci sono tendenze localizzate, come il calcio femminile in Inghilterra o in Francia, la pallavolo in Italia o ancora il tennis in Polonia”, spiega Lavinia Tinelli, “dove la popolarità di alcune vere e proprie star locali ha contribuito alla mediatizzazione dello sport” I personaggi, e soprattutto i campioni e le campionesse con le loro storie da raccontare e le loro emozioni contribuiscono ad aumentare l’attrattività di alcune discipline”. La carriera di Lavinia Tinelli che cosa può insegnare a chi, studentessa oggi, sogna un futuro in un settore come il suo? “Che una carriera non si costruisce all’improvviso, ma si tratta di un percorso fatto di piccoli passi e di opportunità, di esperienze. Tutte sono importanti e vanno colte. E poi bisogna coltivare le relazioni umane, è un aspetto fondamentale”.