L'appartamento
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Giovanni Iudica |
Il fatto di quest'autentico capolavoro di equilibrio tra cinismo, ironia, amarezza, del geniale Billy Wilder, è semplice. Un alto dirigente (Fred Mac Murray) di una società americana, infelicemente sposato, ha notato la ragazza dell'ascensore del grattacielo in cui ha sede la società in cui lavora. La fanciulla ha il volto di Shirley MacLaine. Una preda facile per l'esperto e potente cacciatore. Tutti i giorni il bel lift accompagnava sull'ascensore il mega dirigente. Questi, durante il tragitto, trovò il modo di raggiungere il suo obiettivo. Il problema, l'eterno problema, è: dove portare la conquista per consumare in santa pace un'ora d'amore? Ecco l'idea: chiedere la chiave del suo appartamento a un giovane, timido impiegatuccio, incontrato nei piani bassi. Tu dai la chiave a me e io ti faccio fare carriera. Il giovanotto (Jack Lemmon) accetta volentieri e, da un giorno all'altro, si trova dietro una scrivania gigante, con tanto di segretaria personale, ai piani alti. Questa bella storia pone però un elegante problema giuridico: è valido o no il patto tra il mega dirigente e il modesto impiegato, il patto chiave contro carriera? La risposta è no. La causa del contratto (cioè la sua funzione economico sociale) è illecita, perché non è lecito promuovere un impiegato a dirigente senza un oggettivo merito funzionale all'interesse dell'azienda e non a quello personale (e torbido) del suo consigliere delegato.