Contatti
Persone Monica Mandelli

La vita non è un’autostrada, ma una strada di campagna piena di curve

, di Diana Cavalcoli
Head of Latin America e Canada del colosso KKR, società di investimenti internazionali che gestisce oltre cinquecento miliardi di patrimonio, Monica Mandelli ripercorre le tappe della sua carriera. Compresa l’ordinaria discriminazione di genere degli inizi

“Sono cresciuta a Monza in una famiglia tradizionale in cui le donne stavano a casa. Non avevano una carriera, a differenza degli uomini. Già da ragazzina sapevo invece di volere tutto. Un lavoro importante e una famiglia.” Monica Mandelli è Head of Latin America e Canada del colosso KKR, società di investimenti internazionali che gestisce oltre cinquecento miliardi di patrimonio. La sua carriera è il sogno americano realizzato di una “ragazza di provincia che puntava in alto”. Con la giusta fame e il giusto rigore per arrivare al vertice. 

Dice: “Sono sempre stata una secchiona, mille interessi e tanta curiosità. Volevo andare in America e per farlo sapevo di dover studiare nella migliore università italiana. Così ho scelto la Bocconi e ho scelto il corso più innovativo e difficile che proponeva: il DES”. L’idea iniziale era fare un PhD e insegnare negli Stati Uniti. “Ma la vita non è un’autostrada, somiglia più a una strada di campagna accidentata e piena di curve.” 

Il caso vuole la sua parte. Un collega in università le parla così dell’investment banking e Mandelli ne rimane incuriosita. Tanto da iniziare a lavorare in Merrill Lynch a Londra nella divisione M&A. La tanto attesa occasione per andare negli Stati Uniti arriva poco dopo con l’MBA alla Harvard Business School. “Dopo quell’esperienza straordinaria e viste le grandi opportunità negli Stati Uniti, non aveva senso tornare in Europa” ride.

Così fa un colloquio in Goldman Sachs dove rimarrà diciassette anni facendo carriera e curando gli investimenti delle famiglie più influenti del mondo: quelle con più di un miliardo di patrimonio. L’ingresso in KKR nel 2015 non è cercato. “Mi fecero un’offerta incredibile che accettai dopo una lunga riflessione. Ricordo che nel riconsegnare il mio storico blackberry e nel vedere la segretaria in Goldman Sachs che impacchettava le mie cose avevo il magone. Mi son chiesta se stessi facendo la cosa giusta.” Arrivata a casa trova però un biglietto scritto a mano dal fondatore di KKR: “Cara Monica, siamo felici di averti con noi, sei una grande atleta. Sappiamo che farai la performance della vita”. E i dubbi spariscono.

Guardando indietro, ai suoi inizi, Mandelli parla di ordinaria discriminazione di genere, una sottovalutazione continua perché giovane e perché donna. “Posso fare mille esempi. In business class alcuni manager mi chiedevano di appendere la loro giacca scambiandomi per una assistente di volo oppure durante un meeting mi è stato chiesto di preparare il caffè. Reagivo però con ironia. In quel caso dissi: ‘Ok. Cerco chi deve prepararlo e appena avete finito cominciamo l’analisi del progetto finanziario’. È calato il silenzio.” La lezione da imparare è mai farsi intimidire e avere coraggio “in modo da spianare la strada alle nuove generazioni”.