Contatti
Persone Rosa Batosti Rossignol

La tenente-colonnello delle HR

, di Camillo Papini
Partner fondatrice di Carnet d’Adresses RH, fondatrice del marchio MiniRosa, e ufficiale della riserva cittadina dell’Esercito francese, Batosti Rossignol ha vissuto tra Francia, Marocco e Svezia, imparando e insegnando a darsi obiettivi concreti e a resistere ai colpi della vita. Come fanno i militari

Un elettrone libero. Così si definisce Rosa Batosti Rossignol, alumna dell’Università Bocconi laureata in Scienze economiche e sociali che, però, ha sempre preferito le materie di studio umanistiche del suo corso di laurea. Ha fatto parte della Generazione Zero del programma Erasmus, tra i primi a partire “quando il riconoscimento degli esami superati all’estero non era neanche automatico”. Ha traslocato quindi a Parigi per seguire lo scambio all’Essec Business School, una delle principali Grandes Écoles francesi. Già da studentessa sapeva tuttavia che, nella sua vita professionale, voleva stare dall’altra parte del tavolo durante i colloqui di lavoro. Così è specializzata nella selezione e gestione del personale; ha lavorato all’estero presso associazioni di categoria, società di consulenza, aziende dell’automotive, gruppi di lavoro temporaneo e anche marchi del largo consumo alimentare. Oggi è partner fondatrice di Carnet d’Adresses RH (Ressources Humaines, Risorse Umane) ma resta la vena “curiosa e creativa, per cui ho lanciato MiniRosa, marchio e piattaforma di e-commerce specializzati in prodotti artigianali internazionali, che spaziano dalle cinture ai gioielli, dall’Europa al Kenya e al Nepal”, sottolinea Rossignol, che ha un consiglio per gli studenti di oggi. Nella duplice veste di laureata all’ateneo milanese (ed ex presidente-responsabile Career service degli alumni Bocconi) da un lato e di manager della gestione del personale dall’altro, avverte che “i recruiter hanno bisogno di essere rassicurati. Bisogna saper comunicare loro che è stato raggiunto un buon livello di formazione e che, anche in presenza di periodi non pienamente occupati nel cv, ci si è sempre dati degli obiettivi.

Come un corso di specializzazione o l’apprendimento di una lingua straniera. Anche le esperienze personali fanno curriculum”, afferma Rossignol. “Io ho vissuto in Francia, Marocco e Svezia. Ho avuto quattro figli e, per ognuno di questi cambiamenti, avevo un piano b da attuare in modo da soddisfare in parallelo le mie aspirazioni professionali. Non bisogna essere Don Chisciotte, a caccia di mulini a vento, ma porsi in ogni momento obiettivi concreti per arricchire le proprie competenze. Oggi, per esempio, gestire online le vendite del marchio MiniRosa mi aiuta ad acquisire nuove conoscenze tecnologiche digitali”.

Rossignol è anche tenente-colonello della riserva cittadina dell’Esercito francese, dopo essersi specializzata nel supportare i militari nel passaggio dall’istituzione pubblica alle aziende private, a causa dei tagli di budget. “Ho imparato che i militari non lasciano nessuno sul campo. Per questo è stato creato il servizio di consulenza a beneficio di chi doveva cambiare lavoro”, ricorda la manager. “Militari e sportivi hanno in comune una cosa: il forte senso di resilienza. Resistono meglio ai colpi. Soprattutto a quelli improvvisi che, come i cambiamenti, arrivano talvolta improvvisi. Ecco perché raccomando di rimanere, in ogni momento, concentrati e protagonisti della propria carriera”.

Dalla sua variegata esperienza nelle risorse umane, comunque, Rossignol sostiene che le gerarchie aziendali dovrebbero essere più permeabili: “in Svezia, per esempio, anche un direttore generale risponde alle richieste della clientela. Sono pragmatici, fanno poche pause durante l’orario di lavoro ma escono alle 17 dall’ufficio. Mi piace che, una volta creato consenso intorno a un punto, procedono senza rimettere tutto in discussione”. Organizzazione, concretezza e coesione sono tratti professionali che la manager mette sotto i riflettori quando fa mentorship, senza dimenticarsi di consigliare di fare rete, di mantenere una visione collegiale. “Credo molto nell’associazionismo e pure in momenti d’incontro come l’assegnazione di un riconoscimento”, conclude Rossignol. “Solo che ci dev’essere più equilibrio di genere tra premiati e premiate. Servono più modelli femminili per essere d’esempio”.