La telemedicina di Nadia
Prima della prima elementare si è trasferita dalla Bulgaria in Italia. Ha seguito la famiglia in vari spostamenti in Piemonte ma, a 18 anni, ha preferito vivere da sola e finire il liceo a Torino. Poi è stata la volta di Milano e della Bocconi; dopo ancora il debutto nel mondo del lavoro nell’ambiente delle startup. La storia di Nadia Neytcheva è all’insegna del cambiamento, della ricerca di nuove sfide e di conseguenza dell’innovazione ma anche “dell’istinto che ci porta a costruire una carriera professionale e personale che ci soddisfi”, afferma l’alumna che oggi è co-founder e ceo di Doctorsa, società nata nel gennaio 2020 e specializzata in assistenza medica da remoto per chi è in viaggio. Il suo role model di imprenditrice? “Non ho mai pensato di rappresentare un modello. Se lo sono, è del tutto involontario.
D’altronde, il percorso per la propria realizzazione non è mai lineare. Quello che vorrei emergesse è la spinta, fondamentale per ogni ragazza, a cercare la sua indipendenza, la sua strada. Quale che sia la sua scelta di vita, credo che sia sempre possibile avviare un nuovo percorso”, risponde la giovane manager con una laurea triennale in Economia e management dell'innovazione e dei mercati internazionali e una specialistica in Economics and management of innovation and technology. “L’importante è tendere a quello che ci fa stare complessivamente bene e, per seguire questa direzione, è fondamentale che ognuno di noi sappia riconoscere il proprio bisogno personale di cambiamento. Cambiare non è facile ma è una questione non solo di possibilità concrete, per esempio dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto è un approccio basato sul coraggio”.
Neytcheva ammette che, al termine degli studi, c’è un po’ di disorientamento nel capire come e da dove entrare nel mondo del lavoro. “Io, confermo, mi sono basata sul mio istinto. Avevo già una propensione verso tutto ciò che è innovativo e così ho iniziato a lavorare per una società, piccola all’epoca ma in rapida espansione. Lì sono cresciuta professionalmente e sono rimasta felicemente per 4 anni”, ricorda. “Ma dopo, ugualmente, ho maturato la necessità di tagliare nuovi traguardi e mi sono spostata in una startup di Boston”. A proposito di istinto e feeling, l’incontro con Francesco-Maria Serino, cofondatore di Doctorsa e attuale chief operating officer, è stato temporalmente puntuale, proprio all’avvio del progetto aziendale. “Mi è stato subito chiaro che avrei voluto parteciparvi”, rilancia Neytcheva, che oggi segue a 360° il servizio offerto di telemedicina per viaggiatori (dalla diagnosi di singole patologie a report più complessi da presentare al locale servizio sanitario). “Non ho particolari ripensamenti.
Naturalmente ci sono momenti intensi di grande stanchezza, che, nel caso particolare delle startup, va messa in conto perché passare da un’idea alla realtà scalabile richiede dedizione assoluta. Possono passare diversi anni prima di trovare il giusto modo di entrare sul mercato. Nella mia esperienza, superata la fase in cui il burnout sembra quasi inevitabile, si scopre una persistenza straordinaria e uno stato di concentrazione che permette di affrontare ogni sfida con prontezza e determinazione”.
Del resto, fin dall’inizio della sua storia, è stato per Neytcheva come l’avvio di una nuova partita. Dopo il liceo classico, guardando alla Bocconi di Milano, “ho notato il corso di Economia e management perché focalizzato sul concetto d’innovazione e sugli ambienti internazionali. Già durante la laurea specialistica, con lezioni in inglese, la metà dei compagni di corso non era italiana e questo ha rappresentato la conferma sia alla mia propensione al cambiamento sia alla mia idea che siamo tutti esseri umani cittadini di un unico mondo. Io mi porto dietro il bagaglio culturale bulgaro e italiano, quello familiare dove donne e uomini possono avere stesse aspettative e libertà e, non da ultimo, ho sempre avuto il pieno supporto di un fratello. Ma ogni donna, in modo diverso, ha la sua storia arricchente e non si deve preoccupare né delle pressioni né delle aspettative sociali. Consiglio, invece, di concentrarsi sui propri desideri per costruirsi una vita felice”.