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La strategia (difensiva) del brevetto

, di Myriam Mariani - associato presso il Dipartimento di analisi delle politiche e management pubblico
La tutela, formale o informale, della proprietà intellettuale è fondamentale per alimentare gli investimenti in innovazione. Ecco perché va studiato un sistema flessibile

Alcune innovazioni vengono protette con strumenti formali di tutela della proprietà intellettuale (Ipr), altre con meccanismi alternativi più informali. La letteratura economica in materia è vasta e analizza i fondamenti teorici ed empirici della scelta tra strumenti formali e informali di protezione della proprietà intellettuale, strumenti fondamentali per creare gli incentivi all'investimento in innovazione da parte delle imprese e per consentire lo sfruttamento commerciale delle innovazioni.

Myriam Mariani

Per chi innova, gli Ipr contribuiscono alla risoluzione del problema legato all'appropriazione tipico della produzione di conoscenza. Dal punto di vista sociale, la concessione di un brevetto o la protezione formale con meccanismi come il copyright o il trademark è giustificata dal processo di divulgazione a cui la concessione degli Ipr è subordinata, processo attraverso il quale l'innovatore rivela le informazioni relative all'invenzione. Ciò fa sì che la conoscenza relativa all'invenzione circoli e si diffonda, generando così spillover per altri potenziali innovatori ed evitando inutili duplicazioni della ricerca. Quando le imprese scelgono meccanismi informali di protezione, la divulgazione delle informazioni relative alle invenzioni viene meno, e con essa i benefici sociali relativi alla diffusione della conoscenza, all'imitazione una volta che il periodo di protezione termina e alla possibilità di evitare la duplicazione degli investimenti in ricerca. Hall, Helmers, Rogers e Sena, in un working paper del National bureau of economic research del 2012, forniscono una rassegna esaustiva dei contributi esistenti ed evidenziano una grande eterogeneità tra imprese nell'uso degli Ipr, che, in molti casi, non vengono utilizzati affatto, e in altri sono utilizzati insieme a strumenti di protezione informali. Fattori come il costo della protezione con Ipr e il costo di monitoraggio necessario per gli strumenti di protezione informali, il valore atteso dell'invenzione, l'intensità della competizione tra imprese, o il tipo di innovazione (di prodotto o di processo) influenzano la decisione di proteggere le invenzioni in maniera formale o informale. Inoltre, alla protezione nei confronti di potenziali imitatori si aggiungono motivi strategici che determinano l'uso degli Ipr e in particolare dei brevetti: al fine di evitare cause legali, le imprese possono usare i brevetti come strategia difensiva, oppure impiegarli come elementi di negoziazione nelle transazioni tecnologiche o per alimentare un mercato delle licenze sulle innovazioni, o, infine, per dimostrare le competenze tecnologiche di un'impresa con l'obiettivo di capitalizzare rispetto al proprio patrimonio intangibile, circostanza più frequente nel caso delle piccole imprese tecnologiche.

Queste osservazioni suggeriscono l'importanza di studiare, capire e disegnare un sistema di meccanismi che garantisca gli incentivi all'innovazione in situazioni diverse, anche all'interno di una stessa impresa, a seconda del tipo di invenzione che essa genera e del mercato in cui eventualmente trova applicazione commerciale. Più in generale, il ritmo serrato con cui le invenzioni vengono prodotte, la loro eterogeneità, il ruolo della tecnologia nel determinare il vantaggio competitivo di imprese e paesi, la sempre maggiore rilevanza dei settori information-based e la moltiplicazione degli strumenti di trasferimento delle conoscenze, rendono la questione della proprietà intellettuale un argomento importante di discussione nella definizione delle politiche economiche e dell'innovazione.