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Persone Irene Tinagli

La politica? Un percorso sfidante

, di Diana Cavalcoli
Il senso civico lo ha ereditato dai genitori ma alla politica è arrivata nel 2008 dopo l'incontro con Walter Veltroni. Così da economista diventa politica fino a diventare presidente della Commissione per i Problemi Economici e Monetari del Parlamento europeo

“Le donne in politica? Sono appassionate, concentrate sull’impatto positivo che possono avere sul mondo. Pagano però un ambiente in cui prevale lo scontro muscolare fine a se stesso. Bisogna lavorare ancora molto per cambiare questi meccanismi soprattutto in Italia.” Irene Tinagli è eurodeputata al Parlamento europeo per il Partito Democratico e oggi presiede la Commissione per i Problemi Economici e Monetari. 

Lo dice senza mezzi termini: la sua carriera politica è stata un percorso sfidante, in salita, ma anche un’occasione per provare a risolvere quei problemi che da economista con una grande attenzione per il sociale analizzava ogni giorno. “Ho scelto di studiare in Bocconi in modo molto razionale. Ricordo di aver guardato le statistiche sull’occupazione post laurea.” Durante gli studi scopre l’amore per l’economia politica e approfondisce i temi legati al lavoro: dalle disuguaglianze alla questione generazionale. Da questa sua sensibilità nascerà il primo libro, Talento da svendere, dedicato ai cervelli in fuga, oltre al lavoro come editorialista per La Stampa. “Ho sempre amato scrivere e analizzare le questioni complesse” sottolinea. Il primo contatto con la politica arriva nel 2008 quando Walter Veltroni la chiama per partecipare all’assemblea costituente e alla direzione nazionale del Partito Democratico. “Fino ad allora di politica discutevo solo in casa con i miei genitori: mio padre e mia madre avevano un forte senso civico. Ricordo che non mancavano mai alle celebrazioni per il primo maggio o il 25 aprile.”

Tinagli assiste alla nascita del Partito Democratico, da cui però si allontana poco dopo per continuare la carriera accademica. In questi anni aggiunge alla laurea il PhD in Public Policy all’Università Carnegie Mellon di Pittsburgh e inizia a insegnare all’università Carlos III di Madrid. Poi arriva la chiamata in politica, che la porta nel 2013 a essere eletta alla Camera dei Deputati. “Avevo molti dubbi quando mi hanno chiesto di candidarmi, non avevo esperienza e avevo da poco scoperto di essere incinta. Ma era una sfida appassionante. Ricordo che una persona a me vicina mi disse quasi provocatoriamente: ‘Scrivi sempre di cosa si dovrebbe fare per risolvere i problemi, ora tocca a te risolverli’.” Così Tinagli si butta e lavora giorno e notte in Parlamento. “Anni difficili, era impossibile programmare le giornate e con un bimbo piccolo ricordo i salti mortali per presenziare alle riunioni. Alla luce della mia esperienza attuale al Parlamento europeo posso dire che in Italia la politica è ancora caotica mentre qui, dalle riunioni alle conferenze, è tutto gestito. Massima organizzazione e dibattiti molto tecnici, di merito. Per me un modo straordinario di unire la passione per l’approfondimento e le ‘policies’ a quella per la politica.” Che poi significa soprattutto avere la possibilità di cambiare davvero le cose lavorando ai tavoli in cui vengono prese le decisioni che toccano la vita dei cittadini.

“Un consiglio alle ragazze di oggi? Oltre alla curiosità dico sempre di coltivare le relazioni, le amicizie, quelle sane e belle. Molte delle svolte nella mia carriera sono legate alle persone che ho incontrato, ai consigli che hanno saputo darmi.” Certo occorrono la sensibilità e la capacità di ascoltare per comprendere punti di vista differenti. “Meno ego e grande attenzione e curiosità verso il mondo” conclude Tinagli.