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La matematica? Evita le guerre. E fissa i prezzi

, di Federico Farina
Così Donato Cifarelli spiega perchè la sua disciplina è fondamentale per studiare e capire l'economia. Ma soprattutto la vita di tutti i giorni

C'è un tappeto di fogli sparsi sulla scrivania che separa la sedia destinata agli studenti dagli occhi azzurri di Michele Donato Cifarelli, docente di Statistica all'Università Bocconi. Una distesa di appunti, formule, parabole, tracciati ordinatamente a mano e dispersi sul piano in un caos solo apparente. Lo stesso brulicare di segni e di numeri che prosegue sulla grande lavagna nera, appesa alla parete tra i ritratti dei grandi matematici. In un angolo c'è anche il computer, "che", precisa subito Cifarelli, "mi serve solo per ascoltare la musica". Mozart, o Bach, da scommetterci. "Perché i problemi matematici devono essere scritti, impressi con una penna su un foglio, cancellati, corretti, allineati..."

E' consapevole che per gli studenti di economia gli esami di matematica e di statistica sono gli spauracchi più difficili da affrontare?
Lo so, lo studio delle scienze matematiche spaventa molti studenti. Ma non bisogna avvicinarvisi come a una tassa da pagare per andare avanti. La matematica sa essere una disciplina molto formativa, insegna a ragionare, a far emergere gli aspetti importanti ed essenziali di un problema e ad analizzarli nel modo più efficace possibile. E che nessuno creda alla fesseria che si possa essere più o meno portati per questo studio. Qui, come in altri casi, conta solo il desiderio di farsi il sedere quadrato su un problema, il piacere di farlo.

E' questo che dice agli studenti il primo giorno di lezione?
No, preferisco illustrare gli argomenti delle lezioni, facendo molti esempi concreti di applicazione della matematica nell'economia.

Per esempio?
Di solito funziona quello della teoria dei conflitti, ovvero il sistema di leggi matematiche che ha dato contributi in molte scienze sociali perché può essere utilizzato per evitare le guerre così come per fissare dei prezzi. Oppure si pensi alla statistica e al calcolo delle probabilità, molto utilizzate, per esempio, dalle assicurazioni per calcolare il rischio di pagare più danni di quanti premi si incassano e di equilibrare dunque i bilanci, mache trovano una loro utilità pratica anche nella vita quotidiana. Basterebbe una lezione di probabilità, per esempio, per capire che se un numero del Lotto non esce per trecento estrazioni non ha comunque più possibilità degli altri di uscire alla trecentunesima. La probabilità, infatti, è la matematica adatta allo studio dell'incertezza e dunque lo strumento principe per muoversi, per prendere decisioni in un mondo incerto per definizione. Al pari della filosofia e della logica.

In quale misura le discipline matematiche sono lo strumento per l'esercizio dell'economia?
Innanzitutto la matematica è la disciplina che garantisce all'economia di poter quantificare, misurare, confrontare, sostenere dei ragionamenti. E' quella che le fornisce un assetto logico-deduttivo. I laureati in matematica o statistica sono quelli che poi trovano lavoro in compagnie di assicurazioni, banche d'affari, centri di ricerche e nella finanza, dove il calcolo stocastico è utilizzato per determinare quanto vale l'opzione all'acquisto o alla vendita di una certa azione. Non è un caso, comunque, che molti premi Nobel per l'Economia siano matematici. Robert Aumann, che ha vinto quest'anno con Thomas Schelling, John Nash, quello protagonista del film A beautiful mind, Oskar Morgenstern, John von Neumann, Gerard Debreu, sono tutti ricercatori matematici. E hanno vinto il Nobel per l'Economia. Anche perché quello per la matematica non esiste...

Già, perché?
Si dice che un famoso matematico svedese avesse una relazione con la moglie di Alfred Nobel. Questioni di gossip, ma con un certo fondamento di verità, credo.

Illustrare le suggestive applicazioni per suscitare interesse per l'asettica teoria è come nascondere l'antibiotico amaro in un cucchiaino di marmellata... E' così difficile appassionarsi alla matematica per quello che è?
E' più difficile per i ragazzi di oggi, che la matematica la studiano poco e male, anche nei licei scientifici. Ma a volte la distinzione non è così netta. Io non so se Keplero sarebbe mai giunto alla formulazione delle sue leggi se Apollonio, qualche millennio prima, non avesse studiato le coniche, le ellissi, le parabole. Eppure Apollonio non si occupava certo di gravitazione e di corpi celesti, era un matematico puro. Allo stesso modo Einstein nell'elaborare la sua teoria della relatività si è trovato la parte matematica già svolta dagli italiani Ricci-Curbastro e Levi-Civita. Chissà quanti oggetti matematici studiati dai ricercatori di oggi troveranno applicazione tra un secolo... A me basta pensare questo per riaccendere ogni giorno la passione per questa materia, che, insieme alla musica, è il parto più nobile della mente umana e che, ancora alla mia età, mi fa dimenticare gli orari dei pasti, gli appuntamenti, il sonno. Con buona pace di chi mi sta accanto.