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Persone Francesca Cornelli

La faculty è anche donna

, di Diana Cavalcoli
Francesca Cornelli, dopo la laurea in Bocconi un percoso internazionale sempre legato all'accademia e oggi è una delle poche donne ai vertici

“Dopo il diploma non sapevo nulla di economia, la Bocconi è stata una scommessa. Lì ho capito che amavo utilizzare la matematica per capire i grandi problemi dei mercati. Adesso cerco di trasmettere quella stessa passione agli studenti.” Francesca Cornelli oggi è Dean della Kellogg School of Management della Northwestern University vicino a Chicago. Per anni da ricercatrice si è occupata di corporate governance, private equity e innovation policy costruendo una carriera accademica tra Harvard e la London Business School. 

Il primo step del suo percorso è però la laurea in Bocconi in Discipline Economiche e Sociali nel 1987. Dice: “Ero indecisa tra le discipline umanistiche e quelle scientifiche: la soluzione è stata il corso DES che era appena stato creato, in cui si spaziava da epistemologia a statistica”. In aula scopre così l’amore per i numeri e per i mercati. “Mi è piaciuto così tanto studiare – racconta – che ho deciso di continuare, ma ancora una volta senza sapere bene cosa aspettarmi. Non avevo un obiettivo preciso né idea di cosa volesse dire fare un PhD o lavorare in ambito accademico. Però fare ricerca mi piaceva troppo, soprattutto fare domande originali e trovare poi le risposte.” 

Grazie all’impegno ad Harvard, dove conclude il dottorato in Teoria economica nel 1992, Cornelli riesce a entrare come professoressa ordinaria alla London Business School, prima donna a riuscire nell’impresa. Qui lavorerà per venticinque anni e sarà anche direttrice del Private Equity al LBS, l’istituto all’interno dell’università londinese che fa ricerca e organizza forum su private equity, venture capital e crowdfunding. Poi nel 2019 la chiamata della Kellogg School of Management e la decisione di tornare negli Stati Uniti con tutte le difficoltà di dover affrontare di lì a breve la pandemia. “Posto lo choc legato a Covid, ho fatto l’impossibile per risolvere problemi quotidiani che sembravano insuperabili, una grande palestra in cui la soddisfazione è stata vedere che nel mezzo della crisi tutti lavoravano insieme: gli studenti, i docenti, l’intera faculty.” 

Per Cornelli oggi l’aspetto più bello dell’essere al vertice è coordinare. Spiega: “C’è la crescita degli studenti da una parte, la selezione dei programmi dall’altra, oltre allo stimolo di dover creare nuove aree di faculty gestendo bene i fondi”. Sul fatto di essere donna nell’ambiente dell’accademia dice: “Ho ereditato il ruolo da una donna Dean, quindi questo ha agevolato il passaggio. Però è vero che siamo poche, non a caso con le altre rettrici abbiamo creato un gruppo e ci troviamo una volta l’anno per confrontarci sulle diverse attività. È una rete incredibile che offre sempre spunti di riflessione concreti”. 

La buona notizia è poi che Cornelli ha visto le donne rettrici e ricercatrici aumentare. Dal 2016, del resto, ha contribuito a creare l’AFFECT, il comitato dell’American Finance Association nato per promuovere la presenza femminile nella ricerca accademica e soprattutto nell’ambito della finanza. “Le donne purtroppo non apprezzano abbastanza la carriera accademica, che è un continuo stimolo intellettuale tra paper e conferenze. Io le incoraggio molto perché è anche una carriera che offre molta flessibilità e la possibilità di gestire il proprio tempo. Me ne sono resa conto quando ho avuto le gemelle, le mettevo a letto e poi lavoravo” aggiunge. Cornelli al termine della nostra chiacchierata ci tiene a incoraggiare le più giovani con il fare della professoressa: “Studiate qualcosa che amate ma andate oltre gli stereotipi. La finanza è un qualcosa di intuitivo, non ha genere e conoscerne le basi fa la differenza nella vita di tutti i giorni”.