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La condivisione è la migliore chiave relazionale

, di Diana Cavalcoli
Da ceo di Mooney, la fintech controllata da Enel e Intesa Sanpaolo, Stefania Gentile spiega come far emergere il meglio dalle persone. E ripercorre una carriera cominciata nella consulenza: “Il primo giorno in Accenture mi diedero un biglietto per Chicago per un corso di formazione di due settimane”

«Gestire la complessità per restituire semplicità. Penso sia questo il fil rouge della mia carriera». Dal mondo della consulenza al management fino al ruolo di amministratrice delegata di Mooney. Stefania Gentile oggi guida la fintech controllata da Enel e Intesa Sanpaolo, con focus sull'innovazione finanziaria ed è arrivata al titolo di CEO dopo un percorso professionale che definisce «variegato».

Racconta: «Sono entrata in Bocconi venendo dal liceo classico e nonostante il background umanistico e qualche iniziale scoglio in matematica e statistica, ho amato gli anni in ateneo: non solo per la qualità dell’insegnamento, ma anche per il forte senso di community. Un ambiente positivo e stimolante che mi ha poi spinto a diventare ambassador dell’università con i più giovani». 

La scelta dell'ateneo milanese la porta alla laurea in Economia aziendale a neanche 22 anni e alle prime esperienze lavorative in consulenza.

«Ho cominciato in Accenture dove sono rimasta per oltre cinque anni diventando senior manager. Una gavetta importante, vieni gettato nel mare e devi dimostrare sul campo quanto bene sai nuotare. Il primo giorno al mio arrivo in sede ricordo che mi diedero un biglietto per Chicago per un corso di formazione di due settimane. Devo molto a questo mondo perché ha dato un’accelerata alla mia carriera preparandomi all'approdo in Intesa Sanpaolo». Qui Gentile rimarrà quattordici anni ricoprendo diversi ruoli, fino a diventare responsabile dell’innovazione a Torino. Il salto successivo è come direttrice generale di Setefi. Sono anni in cui segue importanti operazioni societarie tra 2015 e 2021: dalla vendita della società ai fondi Bain Capital, Advent International e Clessidra, alla sua trasformazione in Mercury Payment Services e successiva integrazione nel Gruppo Nexi. Un tuffo nel mondo dell’innovazione digitale che l’aiuta anche nel ruolo successivo di senior advisor in PWC prima di arrivare al vertice di Mooney.

«È stato un percorso sicuramente affrontato con grande energia - racconta-. Mi ha aiutato negli anni avere una buona apertura mentale, tanta curiosità e una sana capacità di farsi stupire anche dai propri competitor. Poi ci vuole passione, che per me è la voglia di divertirsi nel trovare soluzioni nuove alle sfide che si presentano costantemente». Da CEO Gentile spiega poi che è fondamentale la condivisione «come chiave relazionale per fare emergere il meglio delle persone. Questo è importante: per fare innovazione bisogna saper distribuire i pesi nel team creando un contesto favorevole al cambiamento». 

Aggiunge poi di aver imparato tanto anche dai leader che l’hanno affiancata nel percorso. «Sono state esperienze sempre molto ricche, sia nel positivo, sia nel negativo. Mi hanno insegnato molto. Oggi ho la possibilità di frequentare persone in altre industrie, manager e consiglieri nei Cda che magari hanno un particolare talento. Ecco su quel talento che si osserva bisogna ragionare, bisogna investigare, bisogna capire». 

Essere CEO, sottolinea, è stimolante perché è un mestiere che offre la possibilità di far accadere le cose. «Ad esempio, ho voluto dare un chiaro messaggio sull'importanza dell'equità di genere per l'armonico funzionamento dell'azienda». Tanto che in Mooney dal 2023 la presenza femminile è salita al 50% tra i manager, ottenendo anche la certificazione per la parità di genere. Alle giovani generazioni Gentile consiglia poi di non mollare mai. «Osare, alzare sempre l'asticella, dire quello che pensano, sempre ma nei modi giusti. E poi avere una grande dedizione ed energia, dimostrarla nel portare avanti i propri progetti. Io mi impegno, ed è quello che cerco di fare in azienda, per affiancare i più giovani in questo viaggio e per aiutarli a osare».