
Kazumasa Mizokami e i suoi fiori concettuali
Kazumasa Mizokami, come Bonomo Faita che ha esposto in Bocconi in settembre, è un protagonista di "Portofranco", la famiglia di artisti che dagli anni Novanta si è raccolta a Milano intorno alla galleria di Franco Toselli.
Con l'audacia di un kamikaze, Kazumasa si permette di modellare o dipingere un soggetto che sembrava irrimediabilmente passato: i fiori.
"Certo, i suoi sono fiori che crescono nei giardini di Nicola De Maria, di Boetti o di Salvo, "dice la critica Elena Pontiggia, "fiori che esprimono prima di tutto una ricerca di ritmo e di luce ("Noi diciamo fiore, ma in realtà è una forma-luce" dichiara l'artista)".
Sono fiori concettuali, insomma, eppure non smettono di rivelare una grazia affettuosa, una bellezza fatata che basta a se stessa.
"Amai trite parole che non uno/ osava. Mi incantò la rima fiore/ amore /la più antica, difficile del mondo" scriveva Umberto Saba.
Anche Kazumasa pronuncia la rima fiore-amore, sapendo che la semplicità è la cosa più difficile.
"Le sue corolle, così minute e luminose, ci ricordano la forza della fragilità. E, poiché non sono mai isolate, anzi si stringono l'una all'altra e si moltiplicano senza sosta, ci invitano, piccole come sono, a un viaggio verso l'infinito", conclude Pontiggia.
La mostra, organizzata da ISU Bocconi, rimarrà visitabile sino al 4 marzo dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle ore 12. Ingresso libero.