Impresa sociale tra Bocconi, Shanghai e Harvard
Livio Valenti, studente del secondo anno del Double degree in international management (Ddim), è anche un imprenditore sociale. Da Shanghai, dove è volato alla conclusione degli esami del primo semestre alla Bocconi, sta avviando MeiPort, un social network il cui motto, "bridging beautiful minds", si riferisce alla volontà di mettere in contatto gli studenti delle migliori università del mondo tra di loro, con gli atenei che potrebbero scegliere per uno scambio internazionale e con le imprese interessate a conoscerli ed eventualmente ad assumerli.
Pur avendo concepito l'idea prima (nel corso del primo anno del Ddim, presso la Fudan University di Shanghai), Valenti l'ha perfezionata frequentando alla Bocconi il corso di social entrepreneurship di Francesco Perrini, il cui esame finale consiste proprio nella discussione di un social business plan. "Livio", dice Perrini, "è uno di quelli che hanno capito che, combinando spirito imprenditoriale e sensibilità sociale, è possibile colmare gap sociali in ambiti quali l'istruzione, l'accesso dei gruppi marginali al progresso tecnologico o l'inserimento delle categorie svantaggiate nel mondo del lavoro".
Tale consapevolezza, d'altra parte, è sempre più diffusa. "Il movimento della Social entrepreneurship ha assunto una dimensione globale", afferma ancora Perrini, la cui cattedra, Sif chair of social entrepreneurship, fa riferimento proprio a questo ambito, "suscitando interesse da parte del mondo accademico, imprenditoriale, del business, non profit e politico. Dal lancio della Initiative for social enterprise, nel 1990 a opera di Harvard business school, i numeri sono cresciuti esponenzialmente. L'accademia conta oggi più di 350 scholar attivamente coinvolti nella ricerca e nell'insegnamento in più di 35 paesi, con più di 800 articoli tra contributi divulgativi e scientifici. Si contano inoltre più di trenta social business plan competition di rilievo nazionale e internazionale e, da ultimo, merita menzione l'impegno del neo-presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, di creare una Social entrepreneurship agency, finalizzata a stimolare creatività, innovazione e orientamento al successo nel campo dell'iniziativa privata nei settori sociali".
L'intraprendenza, ai giovani bocconiani, non manca. Due dei progetti realizzati nell'ambito del corso di Perrini hanno ben figurato in una social business plan competition nazionale e MeiPort è stata selezionata anche per la più prestigiosa di queste competizioni, quella che si terrà il 4 aprile ad Harvard. Il solo fatto di essere stati selezionati dà diritto a mille dollari, ma il vincitore se ne aggiudicherà cento volte tanto.
Valenti, nei mesi scorsi, ha fatto crescere la sua idea, coinvolgendo Ernesto Pagano, un laureato Bocconi che lavorava per Merrill Lynch a Hong Kong e che ora sta frequentando un Mba ad Harvard, e che a sua volta ha spinto alla collaborazione due suoi compagni (una cinese e un italiano). Ha trovato anche altri finanziatori (in totale una quindicina) e sta coinvolgendo università e imprese. Ritiene che il suo servizio possa essere particolarmente utile ai migliori studenti asiatici, spesso autentici geni che soffrono, però, di una grave mancanza di informazioni sulle opportunità che avrebbero in Occidente. Il ponte tra i due mondi è evidente anche nel nome del progetto: mei, in cinese, significa bellissimo, ma è anche una sorta di augurio; port richiama il concetto di portale internet.