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Il Vecchio Continente e' sempre piu' vecchio

, di Vincenzo Galasso - professore di economia, direttore del Dipartimento di Scienze sociali e politiche, Universita' Bocconi
Il mercato del lavoro risentira' in maniera sempre piu' evidente dell'invecchiamento della popolazione, a meno di compensazioni da parte di immigrazione aggiuntiva e aumento della forza lavoro femminile e dell'eta' pensionabile. E piu' aumentano gli anziani, piu' aumenta il loro peso politico nelle scelte di welfare

L'Europa - il Vecchio Continente - sta diventando il continente degli anziani. Il 1° gennaio 2022, la popolazione dell'UE era stimata in 446,7 milioni. Solo il 15% della popolazione aveva meno di 15 anni. Il 15,1% aveva tra i 65 e i 79 anni e il 6,1% più di 80 anni. Nel 2060, si prevede che la quota di individui giovani (meno di 15 anni) si ridurrà al 13,6%, mentre gli anziani (65-79 anni) saliranno al 17,8% della popolazione e i molto anziani (80+) raddoppieranno al 12,5%. Naturalmente, questi numeri medi nascondono grandi variazioni tra i Paesi. In Germania, Grecia e Italia, la quota di persone molto anziane è già superiore al 7,2% e crescerà rapidamente.

Gli effetti sociali ed economici dell'invecchiamento della popolazione sono stati e continueranno ad essere estremamente evidenti in Europa. Il mercato del lavoro europeo ne risentirà ampiamente. Si prevede che la quota di popolazione in età lavorativa diminuisca e che gli anziani rappresentino una quota crescente della popolazione totale. A meno che l'immigrazione aggiuntiva, l'aumento della forza lavoro femminile e l'innalzamento dell'età pensionabile non compensino questi effetti demografici, i lavoratori nell'UE saranno sempre più vecchi e meno numerosi. Anche i sistemi previdenziali ne risentiranno. I sistemi pensionistici, che nell'UE sono prevalentemente a ripartizione, si basano sui contributi versati dagli attuali lavoratori per finanziare le prestazioni ai pensionati. L'assistenza sanitaria pubblica nell'UE utilizza per lo più le entrate generali per finanziare i servizi sanitari che sono in gran parte rivolti agli anziani. I previsti aumenti dell'indice di dipendenza - il rapporto tra la quota di anziani (65+) e la quota di popolazione in età lavorativa (18-64) - rischiano di mettere a repentaglio la sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici e sanitari pubblici. Nel 2007, c'era solo un anziano - la cui spesa pensionistica e sanitaria doveva essere finanziata dai lavoratori - ogni quattro persone in età lavorativa. Nel 2022, c'era un anziano ogni tre persone in età lavorativa. Ma già nel 2045 ci saranno solo due persone in età lavorativa per sostenere finanziariamente ogni anziano.

Meno attenzione è stata invece dedicata agli effetti politici del processo di invecchiamento. Le istituzioni politiche nazionali ed europee svolgono un ruolo cruciale nel decidere le politiche economiche, sociali e ambientali. I cittadini di età diverse possono avere preferenze diverse in merito a queste politiche. Le istituzioni politiche sono chiamate ad aggregare queste diverse istanze, mettendo insieme i pezzi del puzzle per progettare le politiche europee e nazionali. Tuttavia, l'invecchiamento della popolazione mette in crisi questo processo politico. Le dinamiche demografiche possono modificare i punti di vista individuali sulle politiche con forti elementi intergenerazionali, come gli Stati sociali e l'ambiente. Certamente, l'invecchiamento mette a dura prova la sostenibilità economica dei sistemi di welfare. Ma soprattutto, l'invecchiamento modifica la piramide demografica e quindi la struttura per età dell'elettorato. Nel 2007, l'età mediana della popolazione dell'UE - comprendendo quindi anche i giovani non ancora in età di voto - era di 42 anni. Nel 2022, 44 anni e mezzo. Questo aumento chiarisce come gli incentivi elettorali dei politici nazionali e dell'UE siano influenzati dall'invecchiamento. Con un elettorato più anziano, i politici trovano conveniente assecondare gli elettori anziani. Questi elettori sono molto sensibili alle questioni legate alle pensioni e all'assistenza sanitaria, che tendono a essere rispettivamente la loro principale fonte di reddito e il servizio più utilizzato. Quindi, se da un lato l'invecchiamento crea difficoltà economiche ai principali programmi di welfare, dall'altro la stessa tendenza demografica aumenta il potere politico di quegli individui che rappresentano i principali sostenitori di questi programmi. La demografia politica dell'invecchiamento può quindi indurre a spostare più risorse verso gli individui anziani e meno verso i (meno) giovani.