Il senso della Macroregione alpina
Lo scorso dicembre si è tenuta a Milano la Stakeholder Conference sulla strategia europea per la Macroregione alpina (Eusalp). Si tratta di un passaggio importante in un lungo percorso che ha avuto un'accelerazione recente. Dal Consiglio europeo del 20 dicembre 2013 è partito un mandato alla Commissione per elaborare una strategia dell'Ue per la Regione alpina entro il giugno 2015 quando Eusalp potrà essere ufficializzata e divenire operativa.
Si tratta di una grande macroregione che interessa sette stati, 46 regioni e 70 milioni di abitanti su una superficie complessiva di 450 mila chilometri quadrati. I punti di forza a sostegno di questa strategia macroregionale stanno nella forte identità territoriale che si accompagna a una buona governance e una solida tradizione di autonomia locale condivisa da tutte le "regioni alpine"; si connota inoltre per alcune opportunità di sviluppo economico coerenti con le nuove strategie "smart" fatte proprie dall'Unione e relative all'ambiente e alla qualità della vita, al patrimonio culturale e paesaggistico, al turismo sostenibile, alle risorse naturali, energia e prevenzione dei rischi e al sistema dei trasporti.
Questi i fatti, sui quali si innestano alcune riflessioni particolarmente necessarie in un momento di grandi cambiamenti (annunciati) a livello italiano, con una revisione in corso del Senato della Repubblica per trasformarlo in una seconda Camera delle autonomie territoriali. Si tratta di ripensare al federalismo, una stagione che ha mosso in Italia pochi passi senza riuscire ad ottenere e consolidare alcune promesse implicite nel suo disegno originario, che un'implementazione frammentata e disomogenea ha condotto a un prematuro insuccesso.
Chi compete oggi nell'economia globale sono i luoghi, sono dei territori circoscritti sia pure inseriti in contesti nazionali in grado di potenziarli o depotenziarli, sono delle agglomerazioni spaziali di asset materiali e immateriali, sono le città, le aree metropolitane, le global city-region, che accumulano e scambiano conoscenze e competenze e potenziano la creatività.
Si tratta di territori che divengono oggi punto di snodo tra le reti corte (della fiducia, dei mercati del lavoro locali, delle conoscenze informali, delle istituzioni di prossimità) e le reti lunghe (della finanza, delle catene del valore, della commercializzazione e del presidio dei mercati globali).
Territori che svolgono la funzione di gateway – di porta di ingresso e di snodo di contatto – tra l'economia locale e il mondo e che si articolano e si modellano rendendo complementari e contaminando (ibridando) spazi relazionali (economici, dell'innovazione, della politica, e spazi culturali e identitari) non necessariamente sovrapponibili con esattezza.
I territori contano dunque ed ecco dove si fonda la centralità delle macroregioni, definite sulla base di un principio di territorialità anche fisica ma con una forte sottolineatura delle geometrie variabili dei patrimoni relazionali dei territori. Si rafforza così l'ipotesi di una macroregione (Eusalp) che può godere dei vantaggi del consolidamento istituzionale senza perdere la ricchezza dei patrimoni relazionali. Ben venga dunque questa opportunità (e sfida), ben venga la partecipazione di regione Lombardia dentro Eusalp con un ruolo protagonista, purché prevalgano logiche di coopetition di respiro transnazionale, capaci di rimettere le Alpi al centro di una nuova strategia di sviluppo sostenibile.