Il mio lavoro? Cercare l’eccellenza delle soluzioni
“Il periodo dell’università lo ricordo come un confronto continuo con persone intraprendenti che volevano mangiarsi il mondo.” Laura Furlan oggi è direttrice generale di Postepay. Nata a Tradate, in provincia di Varese, nel 1971, si laurea in Economia Politica in Bocconi nel 1995 per poi iscriversi al Master of Science in Economics all’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona.
La scelta “strana” arriva dopo la laurea. “Stavo studiando economia politica ma capii che non era la mia strada. Vedevo persone con doti molto verticali mentre io me la cavavo in più materie. In controtendenza rispetto ai miei compagni di corso, ho deciso di andare in azienda capendo che bisogna seguire le passioni e trovare un ambiente che ti stimola e ti fa sentire bene.” Furlan sceglie così la consulenza dove rimane otto anni tra viaggi e progetti legati a settori diversi. Prima è in Ernst&Young Financial services, poi in AT Kearney diventa senior manager nell’area Financial Institutions Group.
Nel 2004 decide di cambiare ancora. Entra in Banca Intesa, poi Intesa Sanpaolo. “Mi trovai a gestire una grande trasformazione, storica per la banca. Per dare un’idea avevamo alcuni progetti che si chiamavano Everest per la loro complessità simile a una scalata.” Paga però la strategia di Furlan di coinvolgere le persone e investire su di loro, portarle a bordo del cambiamento. Negli anni da manager lavora nell’ambito del marketing della Banca dei Territori: è responsabile dei prodotti transazionali fino al 2013 e poi del marketing strategico nel 2014.
L’anno successivo è la volta di Poste Italiane dove entra come responsabile Retail di BancoPosta. Un salto da Milano a Roma. Dice: “Nel passaggio dalla consulenza all’azienda mi aveva spinto la voglia di realizzare progetti in prima persona, non soltanto dare consigli. In Intesa ero su un treno in cui andava tutto bene ma volevo nuove sfide”. Così la decisione “pazza” di fare le valigie. “Ricordo che quando seppe della decisione di lasciare la banca, mio padre mi chiese se andava tutto bene, anche perché avevo avuto la mia seconda figlia da poco” aggiunge. In Poste però Furlan ha l’occasione di innovare e contribuire al rilancio di un gruppo che passava per la trasformazione digitale e la quotazione. Dallo sbarco in Borsa, all’arrivo dei nuovi vertici e il nuovo piano, l’azienda cresce e si rinnova e Furlan fa carriera all’interno: diventa nel 2019 responsabile di BancoPosta, nel 2021 assume la responsabilità del mercato Imprese e pubblica amministrazione e dal 2022 è DG di Postepay SpA, leader nei pagamenti digitali e appena sbarcato nell’energia.
Della rivoluzione digitale, nel mondo delle consegne dei pacchi come negli uffici postali, dice: “È determinante il grande attaccamento alla maglia delle persone che lavorano qui: hanno accettato il digitale come leva per lo sviluppo e di trasformarsi ogni giorno per servire al meglio i clienti. Poste non è solo una grande azienda italiana, è un’istituzione a cui milioni di persone si rivolgono con fiducia e un motore di inclusione finanziaria e digitale. Vero purpose, o ESG, come si dice oggi. In questi anni ho imparato ambizione e coraggio, come quando durante la pandemia fu presa la decisione di tenere aperti gli uffici postali e di consegnare i pacchi: per lunghe settimane il rumore del motorino del nostro collega che consegnava i pacchi ordinati era uno dei pochi che si sentiva per strada. Poi il mio lavoro oggi è cercare l’eccellenza delle soluzioni, fare le cose bene non basta, bisogna sempre alzare l’asticella, non ci sono soluzioni facili”. Il consiglio per le manager di domani è avere grande curiosità e grande coraggio nel lavoro di tutti i giorni. Fattori fondamentali per scalare i propri Everest.