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Il bilancio dei cittadini

, di Carmela Barbera - collaboratrice dell'Area public management and policy della SDA Bocconi
Trasparenza e informazione aiutano gli enti a motivare le proprie scelte di spesa. Il caso dell'iniziativa di Milano

Crisi economica e necessità di attingere a nuove risorse per finanziare i servizi erogati alla cittadinanza e per investire sul territorio richiedono nuove strategie di comunicazione per gli enti locali nei confronti della collettività. Per motivare le difficili scelte adottate, non di rado impopolari, e per rendere conto dell'utilizzo delle risorse scarse una possibile soluzione sembra essere quella della trasparenza esterna, accompagnata da una partecipazione attiva della collettività alla definizione delle politiche pubbliche. Nel Comune di Milano a prendere le redini della situazione sono stati i cittadini.

Carmela Barbera

Nel 2011, la giunta Pisapia si è insediata con un programma sfidante e con il proposito di investire per lo sviluppo della città. L'attenzione è stata subito posta sulla necessità di gestire il bilancio in maniera più oculata e su una maggiore partecipazione dei cittadini alle scelte che lo riguardano. Ma come fa il cittadino a interpretare i bilanci resi pubblici dal Comune? Si sa che le informazioni che vi sono contenute sono difficilmente comprensibili per chi non è esperto. Una maggiore consapevolezza sui contenuti dei documenti di bilancio è il presupposto imprescindibile per una partecipazione attiva alle decisioni sull'utilizzo delle risorse pubbliche. Da qui l'esigenza di individuare specifici strumenti e processi contabili che garantiscano il coinvolgimento informato dei portatori di interesse: è questo il presupposto che ha spinto il Movimento Milano civica (Mmc), nato dalla trasformazione dalla precedente Lista Milano civica per Pisapia e attualmente uno dei gruppi consiliari del Comune, a redigere un bilancio per il cittadino, denominato Bilancio in arancio. Si tratta di una versione semplificata dei bilanci del Comune, che intende favorire una maggiore accessibilità alle informazioni anche ai meno esperti. Un'iniziativa singolare, dal momento che muove non dal Comune (sebbene veda protagonisti alcuni sostenitori dell'attuale giunta) bensì in seno alla società civile, ovvero cittadini milanesi facenti parte di Mmc. In questo si differenzia da altre esperienze già avviate in passato dal Comune e in altre città italiane. Non solo. Si tratta di un'esperienza che ha visto sorgere una serie di incontri tra politici e cittadini nei quali sono stati condivisi dati e riflessioni sia con esperti in materia di bilancio pubblico (tra cui l'autore di questo articolo), sia con gli amministratori pubblici.

Sorge spontanea una domanda: a chi tocca il compito di predisporre il bilancio per il cittadino? Per le istituzioni pubbliche si tratta di mettere sul piatto della bilancia il patrimonio informativo rispetto alla ricerca del consenso politico; per la società civile, l'adeguata mediazione delle esigenze del singolo cittadino rispetto alla carenza di competenze in materia contabile; per gli esperti esterni, le competenze contro la difficoltà di intercettare le esigenze dei destinatari. Il Bilancio in arancio sembra rispondere a tali criticità: la collaborazione tra Comune, accademici e società civile consente un giusto mix tra qualità, affidabilità e chiarezza. Il documento, per quanto migliorabile, pare sia stato accolto con favore dai cittadini che hanno partecipato ai dibattiti. Segnali di apprezzamento sono arrivati anche dall'assessorato al bilancio, che ha definito il Bilancio in arancio come "un'idea brillante che il Comune dovrebbe fare sua". Siamo di fronte a uno strumento per migliorare il dialogo tra amministrazione e cittadini? Di certo, un approccio allargato e partecipativo è auspicabile anche per il futuro.